A voi che avete vissuto quella orribile esperienza:
vi ringrazio per aver rafforzato la mia fede in Dio
vi ringrazio per avermi aiutato a vedere le cose in modo più umile
vi ringrazio perché ho capito che è inutile alimentare l’odio con l’odio, anche nelle cose più insignificanti
vi ringrazio per il vostro coraggio, onore e forza
vi ringrazio per avermi fatto capire quanto sono fortunate
vi ringrazio uno per uno
riesco solo a pensare che vorrei essere forte come lo siete stati voi
vi prometto di tenere vivo il vostro ricordo.
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Oggi visitando il campo ho pensato che forse la peggiore delle condanne non fu la morte bensì l’umiliazione, la “perdita” dei diritti, delle dignità. La cosa peggiore forse fu l’indifferenza dei proprio concittadini, il loro voltare lo sguardo e accettare silenziosamente queste atrocità.
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Ciò che mi ha colpito di più è il modo con cui i nazisti sono riusciti a conquistare il consenso pubblico. Hanno alimentato l’odio delle persone rendendolo vivo e necessario per la costruzione di uno stato tirannico. La mobilitazione dell’opinione pubblica in maniera così forte mi ha messo paura. Mi ha portato a farmi domande come “forse anche io sono stato condizionato da un’impostazione della mia società?” “Forse anche io sono sotto il controllo di qualcun altro come quella ragazza che giudicava il muro una cosa ‘normale’?”
Ora sono senza parole dopo aver visto il campo di concentramento. So che ha lasciato un segno dentro di me che rimarrà per sempre.
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Classe 4O, Liceo scientifico Moro
Il complesso del campo di prigionia di Sachsenhausen nello scatto del viaggiatore Luca Bassi