Dobbiamo…

Dobbiamo…

Alla fine di ogni viaggio ci fermiamo a riflettere su ciò che l’esperienza ci ha lasciato; noi pensiamo che in particolare questa ci abbia permesso di capire che:

  • Dobbiamo studiare la storia, perché chi dimentica il proprio cammino è costretto a ritornare sui suoi passi e per poter rendersi conto di quando ciò stia accadendo.
  • Dobbiamo ricordare, perché dietro a dei numeri ci sono sempre delle persone con dei nomi, una famiglia, una vita.
  • Dobbiamo viaggiare per trovare delle risposte, anche se probabilmente torneremo a casa con ancora più domande di prima.
  • Non dobbiamo accontentarci mai di ciò che sappiamo, perché la cultura si costruisce mattone dopo mattone e per farlo dobbiamo sempre tenere accesa la nostra curiosità.
  • Dobbiamo osservare, perché anche un insignificante sasso può avere una storia da raccontare e da cui noi possiamo imparare qualcosa.
  • Dobbiamo prendere una posizione, perché ognuno di noi ha la possibilità nel suo piccolo di fare del bene e rendere il mondo un posto migliore rispetto a come l’abbiamo trovato.

 

Classe 5F Blaise Pascal

Nessun rispetto

Nessun rispetto

Il Viaggio della Memoria è un’esperienza che avvicina al mondo e allo stile di vita che dovevano sopportare ogni giorno i prigionieri di Auschwitz, aiutando a comprendere “sul campo” quello che si è sempre studiato sul libri o che si è visto attraverso documentari e film.

È stata un’esperienza pesante a livello fisico ed emotivo: fisico perché abbiamo camminato per ore al freddo lungo i percorsi che i deportati dovevano fare ogni giorno ed emotivo perché vedere le quantità di capelli e di oggetti quotidiani (come occhiali e spazzole) aiuta a far capire quante persone arrivavano ogni giorno ai campi.

È inquietante vedere come le SS abbiano saputo costruire i campi utilizzando uno spazio enorme e organizzandolo alla perfezione e strategicamente. Le SS erano persone senza scrupoli e prive di ogni sentimento umano che non rispettavano il corpo di una persona né da vivo né da morto.

In conclusione mi porto a casa la rabbia verso queste persone che hanno saputo inventare un nuovo metodo di distruzione di massa (le camere a gas), il dolore per tutte quelle persone morte ingiustamente per colpa dell’odio verso il diverso e la speranza che un episodio del genere non capiti mai più!

Difficile, anzi quasi impossibile trascrivere ciò che i miei occhi hanno visto, ciò che il mio cervello ha elaborato e ciò che il mio cuore a provato. So solo che, dovremmo essere portatori e difensori dei valori umani dopo che la disumanità è stata rinchiusa all’interno di quei km di filo spinato. Chi scorda il passato è destinato a ripeterlo, non possiamo dimenticare tutto ciò, e ricordare solo il giorno della memoria è già un dimenticarne.

Come disse Primo Levi: “L’Olocausto è una pagina del libro sull’umanità da cui non dovremmo mai togliere il segnalibro della memoria”

Abbiamo tutti vissuto una esperienza dal punto di vista emotivo e di insegnamento molto forte, complicata ma a sua volta educativa. Vorremmo tutti poter sognare che il futuro ci regali le possibilità per rendere questa società migliore dove non esiste distinzione tra razza, sesso e religione…

Noi che apparteniamo alla generazione presente e futura siamo la chiave per una vita libera e siamo consapevoli di avere diritti che per noi sono già scontati ma all’epoca no.


Andrea Gallinari, Naomi Apollo, Simone Rubeis, Simone Colli, Vanessa Antonino, Enrico Pucci, Chiara Avolio, Gloria Bonacini
5G Istituto Motti

Un pezzo di me

Un pezzo di me

Conclusione di un viaggio: sono a casa mia sul divano con la mia famiglia eppure è come se avessi lasciato un pezzo di me in quei campi. Non dimenticherò mai la sensazione che si legge negli occhi degli ebrei attraverso le loro foto, erano già consapevoli del proprio destino.

Ascoltando i racconti della guida provi sgomento, rabbia, tristezza vorresti urlare nel vedere tutti quei capelli e poter dire non è mai successo.

Noi possiamo leggere tante parole su Auschwitz ma nel vederlo comprendi che l’uomo può essere veramente crudele…

 

Nina Miselli

Freddo e domande

Freddo e domande

Ieri sono stata qua con la mia classe a visitare questo campo di sterminio.

La guida che ci ha accompagnato ha fatto una considerazione molto valida: solo qua possiamo parlare di sterminio perché solo in questo posto l’uomo è riuscito a dar vita a tutta la cattiveria che ha.

Possiamo venire qua guardare tutti i luoghi della memoria ma non credo riusciremo mai a provare a sentire ciò che chi è stato qua ha provato e ha sentito.

Il freddo è l’unica cosa che ci accomuna e quindi qua al freddo a tutti voi dico riflettiamo, facciamoci domande; tutte le domande che loro per speranza non si sono fatti.

 

Giulia Cocca, 4C Liceo Moro

La libertà

La libertà

È il secondo viaggio che faccio e ogni volta è un pugno forte dentro allo stomaco, un sapore amaro mi scorre in gola e mi lascia senza fiato. È terrificante toccare da vicino questo pezzo di storia recente, accorgersi che i racconti che sentivo fare da mio padre e più tardi vedevo nei filmati storici sono lì, in una terra che faticosamente chiamiamo Europa, come se questo fosse un modo di attribuirle un più alto valore di civiltà, quasi a voler cancellare questo passato scomodo.

Questa Europa di cui tanto ci riempiamo la bocca si è formata invece anche sulle ceneri di questo atroce passato, ha sancito le sue leggi proprio sul fondamento di uguali diritti di tutti i cittadini, senza distinzioni di razze, di sesso, di censo e di religione. Potrebbe sembrare scontato, ma, come vediamo, è stato pagato un tributo di sangue pesantissimo per ribaltare il corso della storia alla metà degli anni ’40.

Vite umane orrendamente massacrate in nome di un odio fratricida che accampava ragioni fondate su inesistenti divisioni razziali, sulla base di un progetto delirante di creazione di una nuova società di eletti, i soli ad essere degni di vivere. Come sia potuto succedere che l’uomo sia arrivato a tanto, nonostante la sua conoscenza della storia, è davvero incomprensibile. Ma, a quanto pare, non è mai finito il tempo di stupirsi, perché abbiamo anche i negazionisti e ancora peggio i movimenti che inneggiano al fascismo, NONOSTANTE SIA SANCITO DALLA NOSTRA COSTITUZIONE CHE IL FASCISMO E’ ILLEGALE, PERTANTO LA SUA APOLOGIA E’ UN REATO CHE DEVE ESSERE PERSEGUITO.

La storia ci ha consegnato atrocità che non possono essere dimenticate, sulle quali l’ignoranza non è ammessa ed è per questo che siamo qui, con la nostra testimonianza e la nostra volontà di mantenerci sempre vigili e attenti difensori dei nostri diritti e della nostra libertà. La libertà di scegliere e di dire NO.

 

Prof. Paola Romoli, 4A Liceo Moro