Cara mamma,

I nostri pensieri oggi sono rivolti a te che hai vissuto tutto ciò che una madre non dovrebbe mai provare.
A te che hai visto altri distruggere il destino di tuo figlio e non hai potuto fare niente per evitarlo.
A te che hai usato tutte le tue forze nel sorreggere e confortare tuo figlio nonostante le tue paure e debolezze.
A te che sei sempre stata forte, che hai sempre combattuto sebbene ciò che avveniva intorno a te lo impedisse.
Siamo qui oggi in commemorazione di tutta la tua forza e tenacia, essendo convinti del fatto che quelle mostruose atrocità non dovranno ripetersi e se noi siamo qui è per far sì che ciò non avvenga.
Siamo inoltre consapevoli che immedesimarci nei tuoi sentimenti è impossibile ma conoscerli è fondamentale.
La nostra esperienza in questi luoghi ci ha fatto comprendere a pieno alcune parole di Primo Levi ne “I sommersi e i salvati”, come “… bisogna guardarsi dal senno del poi” “molte minacce di allora, che oggi ci sembrano evidenti, a quel tempo erano velate dall’incredulità voluta…”.
“Quindi sorge la domanda d’obbligo… Quanto sicuri viviamo noi, uomini della fine del secolo e del millennio e, più in particolare, noi europei?”.

Lettera della classe 5F, Istituto Scaruffi – Riccardo Guazzetti (lettura), Marianna Turrà (introduzione)