5T IPS “Mario Carrara” e Scuola Secondaria di Primo Grado “Lelio Orsi”, Novellara (RE) – 2022
EFFRO
LAMELLI
Effro Lamelli nasce a Reggio Emilia nel 1915. Bracciante e soldato di leva, verrà deportato in Germania dove muore il 19 marzo del 1944.
Effro Lamelli era nato a Reggio Emilia il 9 novembre 1915, figlio di Ernesto Lamelli e di Adalgisa Lusetti, aveva 3 sorelle Novella, Dimma alla quale scriveva delle lettere e Afra. Di professione faceva il bracciante.
Effro Lamelli aveva un buon rapporto con i fratelli, cosa che oggi spesso non si ha, in particolare con la sorella Dimma. Si mandavano spesso lettere e cartoline mentre Effro era in guerra, anche se non sempre si riusciva a riceverle.
Effro le raccontava come stava, com’era il clima di guerra e il rapporto con i compagni. Chiedeva alla famiglia notizie di casa e inviava foto che lo ritraevano nei luoghi di guerra.
Arruolato allo scoppio della guerra, nel 1943 Effro Lamelli viene deportato in Germania dove muore per cause imprecisate nell’ospedale Oderland di Francoforte il 19 marzo 1944 alle ore 15 e minuti quindici.
Nel 2014 gli è stata conferita la medaglia d’onore grazie alla legge del 27/12/2006 che prevedeva la concessione della medaglia d’onore a tutti i deportati italiani ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto.
Caro Efrom,
Ci permettiamo di chiamarti con il tuo soprannome perché, attraverso la lettura di alcune tue lettere, ci siamo un po’ affezionati a te e ti stimiamo perché, nonostante i dolori della guerra, sei sempre stato ottimista; chissà quante volte avrai avuto paura, eppure non hai mai fatto trapelare nulla, anzi hai sempre rassicurato la tua famiglia e guardavi al futuro! Infatti nel leggere le tue lettere, soprattutto quelle del ’43, ci ha colpito molto il tuo desiderio di trovare una bicicletta al tuo ritorno dalla guerra, l’hai menzionata in ogni tua lettera, scrivendo di non badare a spese e dando anche disposizioni su dove andare a comprarla, il modello e soprattutto la volevi nuova e bella e già ti immaginavi pieno di gioia quando l’avresti vista e potuto adoperarla! Sai Efrom che quasi ti abbiamo immaginato in sella alla tua bici in giro per Novellara?! Magari facendoci montare su anche la tua adorata sorella Dimma. Peccato che quella bicicletta non la vedrai mai!
Ci ha commosso la tua devozione nei confronti della tua famiglia, soprattutto il legame così profondo con tua sorella, tanto da essere preoccupato più per il suo stato di salute che per te. Quanto ci tenevi che lei andasse in montagna per guarire dalla polmonite, sei perfino arrivato a minacciarla di non scriverle più pur di convincerla a partire e accettare il tuo aiuto economico perché, come più volte le hai scritto: “qui a me i soldi non servono a nulla!”.
Ma abbiamo anche sorriso quando hai raccomandato Dimma di sviluppare i negativi delle foto e di farne scegliere una, ma non di quelle in tenuta da ginnastica, ad una persona probabilmente per te speciale, evidentemente ci tenevi a fare bella figura con lei, come è normale che sia per un ragazzo così giovane.
Caro Efrom, con questa lettera ti chiediamo scusa a nome di chi ti ha fatto pagare a caro prezzo, rinchiudendoti in un lager e lasciandoti a morire di fame e di freddo, il tuo esserti opposto ad una guerra di cui non riconoscevi gli ideali e che ritenevi ingiusta e ti salutiamo come eri solito salutare tua sorella…
“Ricordandoti sempre ti inviamo i nostri più Affettuosi Auguri”
Gli studenti dell’Istituto “Lelio Orsi”
Effro Lamelli
Frazione di San Giovanni in via Pelgreffi 4, Novellara