5G IIS “CATTANEO-DALL’AGLIO”, CASTELNOVO NE’ MONTI (RE) – 2021
FLORIND0
FARIOLI
Florindo Farioli sono che egli era nato a Villa Minozzo, il 16 maggio 1911, era un contadino molto legato alla sua famiglia, sposato con Ermelinda Albertini dalla quale aspettava un bambino. Venne catturato il 31 luglio 1944 sul monte Prampa e deportato in Germania a Khala nel lager numero 7, nel quale dopo 245 giorni di continua lotta per la sopravvivenza troverà una triste morte per deperimento organico il 2 aprile 1945.
La pietra d’inciampo che oggi vogliamo posare è dedicata a Florindo Farioli. Le informazioni che siamo riusciti a ricavare sulla vita di Florindo Farioli sono che egli era nato a Villa Minozzo, il 16 maggio 1911, era figlio di Domenico e Milani Brigida, era un contadino molto legato alla sua famiglia, sposato con Ermelinda Albertini dalla quale aspettava un bambino.
Durante il periodo dell’occupazione, Florindo fu costretto a nascondersi con altri civili sul monte Prampa, tuttavia a seguito della notizia della nascita di suo figlio ed al tentativo di ritornare a casa per vederlo, venne catturato il 31 luglio 1944 sul monte Prampa, durante il tragitto.
Dopo la cattura, Florindo verrà poi deportato in Germania a Khala nel lager numero 7, nel quale dopo 245 giorni di continua lotta per la sopravvivenza troverà una triste morte per deperimento organico il 2 aprile 1945, poche settimane prima della fine della guerra, fu poi tumulato in una fossa comune a Eichemberg.
Questo progetto, come anche altri tipi di programmi basati sul ricordo delle violenze nazifasciste contro i civili, durante le deportazioni nei campi di sterminio di individui ritenuti dal movimento nazista come inferiori e da eliminare, ritengo siano molto importanti per non dimenticare mai e poi mai gli orrori e le pene vissute da queste persone trascinate conto la loro volontà in luoghi disumani.
Personalmente penso che questo progetto mi stia aiutando molto ad aprire la mente e riflettere sulle violenze nazifasciste contro i civili e sul fatto che tutto ciò accadeva a persone come noi a cui da un giorno all’altro veniva tolto tutto, vedevano la loro vita sbriciolarsi in pochi istanti, e non voglio nemmeno immaginare il dolore che potevano provare i familiari di queste persone!
Credo ci voglia molta sensibilità quando si parla o si pensa a questi argomenti molto delicati perciò sono contento di proseguire con questo progetto e poter dare il mio contributo posizionando una pietra d’inciampo, aiutando una famiglia a mantenere vivo il ricordo di una persona molto cara di cui fino a poco tempo fa si conosceva poco.
Le deportazioni di civili erano comuni in quegli anni in Italia, soprattutto nel nostro Appennino Tosco-Emiliano, molti uomini si nascondevano nei boschi per scampare ai tedeschi ed altri diventavano partigiani per combatterli e molte famiglie vennero private di alcuni dei loro membri.
Tutto ciò durò fino all’aprile del 1945, dopo la liberazione infatti, i pochi superstiti dei campi di concentramento poterono tornare alla loro vita, nonostante molti di essi vennero uccisi, come nel caso di Florindo, poco prima dell’aprile di quell’anno. Ci auguriamo che eventi del genere possano non riaccadere e che le nostre fonti e testimonianze possano essere tramandate nel tempo anche alle generazioni future per tutelare la memoria dei caduti.
Florindo Farioli
Via del Borgo, 9
42030 Minozzo RE