Questa esperienza mi ha portato tanto, ha scaturito in me reazioni che mai pensavo di poter provare. Quando affronto l’argomento del nazismo, penso al capitolo 5 del libro di storia, ai film visti a casa, alle testimonianze a cui ho assistito con la scuola.
Oggi sono al campo, mi sembra di non trovarmi in questo luogo per davvero, vedere questo luogo, osservare quel recinto e poterlo attraversare come se niente fosse provoca in me delle sensazioni e delle emozioni che non so bene come esprimere.
Qui l’aria è diversa, è successo qualcosa che MAI potrà essere cancellato, lì il vento è come se ti stessa parlando, quel sentiero, quel bosco, tutto quel complesso, appena entri è come se qualcosa ti sussurrare all’orecchio.
Una volta che sei in questo luogo, una volta che sei nel capitolo 5 di storia e che stai calpestando quell’erba che prima di te fu calpestata da uomini, donne e bambini i quali come me non sapevano a cosa stessero andando incontro, provoca dentro di me forti emozioni.
Allora mi sono guardato intorno, vedevo gente che piangeva, piangeva per i morti, perciò mi chiedo una cosa, è giusto piangere i morti ma odiare i vivi?
Siamo sicuri che quello che è successo non si ripeta?
A questa come a molte altre domande devo trovare una risposta.
Osman Koni, classe 4D, Istituto Filippo Re