A colpirmi è stata la storia di Helga Weissova: una bambina ebraica di 12 anni che viene internata a Terezín, separata dai genitori e che trova conforto nei disegni. Pensando a lei, penso a tutti gli altri numerosi bambini che hanno avuto un destino simile, se non peggiore. A come si sono dovuti sentire, a come i genitori dicevano, anche a loro, di disegnare per distrarli. Provo un sentimento agrodolce nell’immaginare la speranza, l’innocenza e l’ingenuità (caratteristiche di tutti i bambini) che hanno provato mentre la loro vita cadeva a pezzi, veniva distrutta senza pietà e senza ritegno.
E per cosa veniva distrutta la vita di bambini? Di donne, uomini, persone fragili? Esseri umani? Chi sono state queste “grandi” persone a fare queste atrocità? Uomini che non si possono più definire tali: non hanno saputo riconoscere un proprio fratello, non hanno saputo riconoscere un essere umano.
Alcuni non hanno provato indignazione o disgusto davanti a tutto ciò, considerandolo per fino normale, “semplice routine”. Alcuni hanno preferito girare la testa da un’altra parte, ignorando tutto: non so come ci siano risusciti. Alcuni per continuare questo massacro si sono dovuti impasticcare per non diventare pazzi. Mentre altri, purtroppo una minoranza, ha fatto la cosa giusta.
Mi chiedo cosa sarebbe successo se tutti avessero visto un fratello, piuttosto che un numero, una merce non più utile, da buttare.
Se si fossero uniti tutti per dire che tutto ciò non è giusto e si fossero ribellati, chi sa cosa sarebbe successo…
Sono consapevole che le dinamiche sono complesse, ma non riesco a non domandarmelo, a pensare che forse si sarebbe potuto evitare…
Tuttavia con i “se” e con i “ma” non si fa la storia, e la storia passata è già stata scritta… quella futura no.
Nel mio piccolo, farò in modo che i miei figli (se mai li avrò) si ricordino di questo e proverò a insegnargli di mettere in dubbio tutto per evitare di rifare gli stessi errori.
Vindhiya Sandrasekaran e Aurora Alessandra Corradini, Classe quinta della scuola San Tommaso d’Acquino di Correggio
