Le toccanti e impegnative parole delle ragazze della 5AL del Corso di Correggio

Il viaggio della memoria non è un viaggio qualunque, è un percorso che ognuno vive a modo suo e che tocca le corde di ciascuno diversamente. Visitando il campo di concentramento di Sachsenhausen in molti abbiamo condiviso, però, le stesse sensazioni. Nonostante sia difficile dire a parole ciò che si è provato, una nostra compagna è riuscita, secondo noi, ad esprimere al meglio le emozioni di quel momento, e per questo abbiamo pensato di condividere con voi il suo e nostro pensiero.

“Quello che più mi ha impressionato di questo viaggio è stato il campo di concentramento; non è un’affermazione scontata come potrebbe sembrare, ho visto ragazzi scherzare e ridere serenamente mentre passeggiavano tranquillamente su quella terra impregnata di sangue. Mentre camminavo sentivo qualcosa di strano dentro di me, un senso di colpa che non riuscivo a giustificare. Stando in quei luoghi si vorrebbe poterli capire, si vorrebbe capire ciò che hanno significato per chi ci è passato; abbiamo ciò che loro sognavano: la libertà.

Allo stesso tempo pensavo che fosse stupido passeggiare indifferente in un luogo di morte. Combattuta fra quello che provavo, ho deciso di fare una promessa: prometto la memoria. So che non è nulla per quei morti, ma è quanto di meglio io, noi possiamo fare. Non si deve evitare la memoria del dolore, non si deve considerare la storia come passato da cui è indipendente il futuro!

Chi ha commesso tutto ciò era un umano, erano tanti umani. Cosa differenzia me da loro? Cosa mi dà la certezza che io o i miei compagni un giorno non saremo capaci di tanto odio? Nulla. Torno da questo viaggio con un peso in più sulle spalle: quello della consapevolezza che porto con cura e fierezza, pur sapendo che mi costerà fatica affermarla ogni giorno”.

Grazie per l’opportunità che ci avete dato.

5° AL Liceo Corso Correggio