“Il sole sorgeva e non si vergognava”
Questa è un iscrizione di una tomba spezzata simbolo di una delle tante vite che sono state interrotte dal razzismo, antisemitismo e odio che hanno portato fino allo sterminio della popolazione ebraica e all’uccisione di moltissime persone ebree e non solo: tutti hanno perso qualcosa.
La Polonia è un paese che è stato particolarmente segnato da ciò, e noi abbiamo potuto vederlo dai resti lasciati, dai luoghi svuotati e dal pesante silenzio che ricopriva tutto quello che è stato spazzato via.
In un attimo il sangue ha allagato le strade e bruciato tutto ciò che poteva lasciare una traccia, ha fucilato e ucciso brutalmente persone come bestie e ha creato nuovi cimiteri sotto maestosi boschi.
Fino ai campi di sterminio.
Fino a ridurre gli uomini come cenere dispersa nel vento, per cancellarli.
Ma noi oggi siamo qua, e ricordiamo e osserviamo gli orribili tentativi di chi si è rifiutato di vedere, e ha preferito accontentarsi della paura, e quando ha aperto gli occhi si è accorto di aver perso la verità, e l ha ritrovata sanguinante insieme alla vergogna sotto una tragedia.
Siamo ad Auschwitz.
Non sono solo parole lontane, è qui.
È stata una macchina della morte quasi perfetta che ha spento con un soffio milioni di vite.
Anche se non è rimasto molto a Birkenau, camminare in questo luogo è quasi sacrilego, anche se è necessario, come lo è conoscere questa storia, anche se fa male, anche se vorresti credere che non sia accaduta. Per questo i volti delle fotografie scattate dai tedeschi e appese nei corridoi mi fanno arretrare, perché i loro occhi mi dicono troppo e leggere le loro emozioni non è facile per me, raccolgo la forza dai miei compagni e continuo.
Lo ammetto vorrei chiudere gli occhi davanti a ciò, ma non perché ho paura della realtà, ma sento il legame che unisce tutti gli esseri umani spezzato e per questo la mia anima ne soffre e non basterebbero brutte le lacrime del mondo per dimenticare.
Mi chiedo solo come si è arrivati a tutto ciò, e questo percorso mi ha fatto capire che non è colpa di un Hitler, di un Mussolini o “dei nazisti” perché da soli non avrebbero fatto nulla: sono state persone come noi che insieme hanno creduto e sostenuto queste ideologie ingiuste che poi hanno sparso ceneri doloranti su tutto il mondo.
Quanta vita, dignità e umanità dovremo perdere ancora per vedere ed evitare una prossima volta?
Auschwitz mi ha marchiata, non con un numero ma con i volti di quelle persone.
Questo viaggio mi ha fatto capire che forse non riusciremo mai a comprendere del tutto quello che è successo, ma mi ha insegnato che non dovremmo lasciamo mai più che ignoranza, odio e violenza ci controllino, perché eventi come questi potrebbero ricapitare prima di quanto ci si aspetti.
Elena Carnevali, classe 4H, Liceo Canossa
Never again – ci ho fatto un piccolo ma significativo quadro in chiaroscuro cosi intitolato !