La visita a Terezìn è stata emozionante. Potremmo utilizzare l’aggettivo bellissima, ma niente di tutto ciò può essere considerato tale.
Abbiamo visto le celle dei detenuti, siamo entrati tutti quanti dentro una di queste: abbiamo percepito quanto possa essere stato difficile per loro passare delle ore, se non dei giorni, dentro quei luoghi. Noi siamo rimasti dentro solo pochi minuti ma il senso di claustrofobia aumentava sempre più mentre l’aria diminuiva.
Inoltre, ci ha colpito il luogo delle esecuzioni. La guida ci ha spiegato che inizialmente quello era il sito dedicato al tiro al bersaglio per l’esercitazione dei soldati, ma dal 1942 i bersagli sono diventate le persone, gli ebrei, legati tutti da un unico destino: la morte.
Un altro luogo angosciante sono le camerate: stanze fredde, spoglie e primitive che non garantivano nemmeno l’igiene base!
Per ultimo ma non per importanza il cimitero: un campo di lapidi che ci ricordano il numero infinito di vittime innocenti, colpevoli solo d’essere nati.
L’idea che ci portiamo a casa è che uno dei valori che è venuto a mancare all’epoca è la mancanza di rispetto verso il prossimo e il mancato riconoscimento dell’altro come essere umano. Crediamo dunque che questi siano valori da promuovere e da attenzionare.
Greta, Giulia, Melania, Federica, Ilaria, Maddalena, Sofia, Greta – 5O Liceo Matilde di Canossa
