Nella giornata del 20 febbraio, ho visitato il campo di lavoro forzato a Sachsenhausen.
Tuttora, a distanza di ore ripensandoci ho i brividi.
I prigionieri erano vari: ebrei, oppositori politici, omosessuali, disabili, criminali, testimoni di Geova, asociali,… essi erano la minoranza della popolazione tedesca eppure il resto del popolo ne avevano timore: “paura di che?” mi vien da pensare.
Lo stesso Führer ne aveva timore così tanto che pensò “bene” di far “pulizia”tra la sua gente, imponendo svariate leggi razziali e opinioni negative su queste persone che di pericoloso avevano poco e niente.
Vengono così portarti via dalle loro case, dalle loro vite, dalle loro abitudini, vengono privati del proprio “io”, umiliati, derisi dall’ironia del campo e delle SS, costretti a vivere in condizioni pietose e disumane, a lavorare con qualsiasi clima e temperatura, vestiti di traliccio a strisce azzurre-grigio portando ai piedi dei semplici zoccoli di legno.

Alicia Pardo – classe 5A, Istituto Motti Turistico