L’amara riflessione di Bianca sul degrado a cui hanno portato i campi nazisti
La cosa che più mi ha colpita della visita al campo di Sachsenhausen è stata l’importanza che la nostra guida ha dato all’assenza di solidarietà tra i prigionieri.
So che certe impressioni dipendono molto dal carattere della persona che espone la memoria, ma è questo che mi è rimasto impresso: il fatto che le condizioni fossero così estreme da far saltare anche le più forti definizioni non solo di società, ma soprattutto di umanità.
In particolar modo per me, che sono una persona così attaccata alle mie regole interiori, è un’idea difficile da concepire. Riuscire a immaginare atti di cattiveria gratuita, pur essendo vittime di un’ingiustizia così grande, spiega la condizione in cui si trovavano quelle persone, la condizione più estrema che la mente umana riesca, con fatica, a concepire.
Se c’è qualcosa che questa esperienza mi ha lasciato sotto la pelle è la consapevolezza di non essere in grado né di concepire, né di capire. Non sono qui per essere la portavoce dei miei compagni, non so cosa abbiano provato loro durante questa visita più di quanto io non sappia cosa abbiano provato i detenuti durante la prigionia, e non pretendo di riuscire a farci capire cosa ho provato o cosa provo.
La meraviglia del linguaggio non è abbastanza per comunicare la sensazione di straniamento e raccapriccio, di orrore invadente, che mi pervade da ore. Abbiate rispetto e non dimenticate mai. Non lasciamo che niente vada perduto.
Bianca Macchitella – 4C Liceo Ariosto – Reggio Emilia
Cara Bianca, mi permetto una piccola precisazione. Io ho cercato di mostrarvi esempi delle condizioni di vita nel campo, mostrandovi situazioni reali che si possono interpretare sia come assenza di solidarietá (la frase nel lavabo) che come presenza di solidarietá (il dado). Sicuramente la tua impressione é giustificata dal fatto che tu (e molte persone che affrontano questi temi) si aspettano che ci si sia stata piú solidarietá tra i reclusi di quella che emerge a prima vista dagli spezzoni di realtá ( che sono solo pochi esempi di milioni di situazioni) che si vedono nella visita.
Dalla conoscenza degli spezzoni che vi ho mostrato e da tutti gli altri spezzoni che conosco posso peró dire che la mia impressione (personale) é che solidarietá c´era e che non del tutto assente, anzi.
Anche le esperienze delle persone nei campi dimostrano a mio avviso che a) solidarietá é molto spesso, forse sempre possibile, anche nelle situazioni piú estreme b) solidarietá puó essere stata quindi sempre una opzione, anche per chi a posteriori dice “sono stato costretto a non essere solidale” c) le forme di solidarietá sono tantissime e sono spesso difficili da vivere e capire sono spesso addirittura enigmatiche.
Io spero che la visita alla fine ti abbia lasciato a) voglia di continuare a cercare la solidarietá anche dove a prima vista non sembra esserci e b) curiositá per la ricchezza inimmaginabile degli esseri umani che possono semopre stupirci e comportarsi in modo diverso da quello che ci aspettiamo
Grazie per essere stata nel memoriale, per confrontarti con questi temi e per affrontare la sfida che da questi temi viene e verrá per ognuno di noi
Ciao
Claudio