Vite così lontane e così vicine: quelle dei carcerieri e delle vittime di Ravensbruck
È difficile pensare a un campo di concentramento come a un posto tranquillo e felice. Beh, in un certo senso per i membri delle SS, il campo di Ravensbruck né è un esempio perfetto. Una forte contrapposizione fra tra un ambiente stupendo, con tanto di lago, e una fabbrica di morte piena di “lavoratrici” stremate che lottano lavorando per non farsi rubare anche la vita, se ancora di vita si può parlare.
Come si può pensare di salutare la propria famiglia e di andare a lavorare in mezzo a persone che, per un motivo possono morire o essere uccise, senza sentirsi in colpa per un istante? La risposta si cela in un triste ed insanguinato passato, fra lacrime di donne, bambini e uomini e attorno a un muro con un filo spinato intrecciato…
Luca Dall’Asta – 4R Istituto Zanelli – Reggio Emilia