L’omaggio alle persone che, nei vari campi nazisti, hanno resistito sino alla morte.
Ho vissuto questo viaggio come un’unica esperienza, in cui oltre a passare i bei momenti con i miei compagni, con i professori e con le guide, ho avuto modo di pensare, di immaginare, di provare a percepire almeno un minimo di quella sofferenza che hanno vissuto loro. Non riusciremo mai a provare ciò che hanno provato loro, ma possiamo anche solo minimamente provare a metterci nei loro panni. Penso che tutte quelle persone, siano la dimostrazione di cosa significa essere coraggiosi, essere forti, e lottare fino all’ultima speranza. Fino alla fine. Penso che quelle persone siano morte da veri eroi. E proprio per questo motivo, non bisogna dimenticare mai il passato, poiché esso sarà sempre un dolore nel presente, e una lezione per il futuro. Ieri ci hanno chiesto di mettere un garofano bianco dove preferivamo nel campo di concentramento. Io sono andata in mezzo al campo, pieno di sassi neri, in cui c’era una piccola parte di erba secca, e ho messo il fiore lì. Mettere il garofano in quel punto per me ha avuto un significato molto grande: anche nel male peggiore, c’è e ci sarà sempre, sempre un po’ di bene e un po di speranza. E dopo aver posato la rosa, alzando la testa verso il cielo, soffermandomi a guardare la pioggia cadere sul terreno, ho detto: anche il cielo piange per voi”.
Francesca Delrio – 5T Galvani-Iodi – Reggio Emilia