I disegni che i bambini di Terezin hanno prodotto descrivono in modo inquietante ed estremamente preciso la realtà della loro vita nel campo di concentramento. L’arte che producono diventa per noi una prova schiacciante, una testimonianza inaspettata e un dono prezioso. Nella loro ingenuità e semplicità sono portati ad esprimersi come qualsiasi altro bambino, disegnando ciò che li circonda e anche ciò che sentono dentro se stessi, i loro ricordi e le loro speranze. Per noi questi disegni sono uno strumento per la memoria, per vedere la realtà dal loro punto di vista, il più puro e intoccato, anche perché a differenza degli adulti non pongono filtri alle loro azioni e soprattutto ai loro pensieri. I bambini trasferiscono sulla carta con matite e pennelli le loro impressioni in modo diretto, le concretizzano e queste rimangono vive e manifeste dentro di loro, ma anche dentro di noi, per sempre. Se pensiamo alle testimonianze ascoltate di sopravvissuti che erano poco più che bambini, ci rendiamo conto di quanto il male provato rimanga impresso e radicato in loro, essendosi fatto strada nella loro fragilità e ingenuità. Riuscire a vivere dopo aver interiorizzato tanto male, sembra a noi surreale ma allo stesso tempo necessario.
Anna e Francesca – 5E Liceo Scientifico Gobetti
