Aristotele, filosofo greco, nella sua opera “La Politica”, definì l’uomo come Zoon Politikón, vale a dire “animale sociale”. Da sempre esiste infatti l’idea secondo la quale, l’uomo non possa sopravvivere in alcun modo all’interno della natura, se abbandonato a se stesso, per questo egli ha bisogno dell’altro. Ne ha bisogno per sopravvivere. Partendo da tale presupposto, noi riteniamo che ciò che successe ad Sonnenstein, vada contro alla natura umana stessa, ed anzi ne rappresenti il suo più esplicito fallimento, ovvero abbandonare, o peggio condannare a morte, un essere umano, nel momento in cui egli ha più bisogno di ritrovare nell’altro quella socialità che dovrebbe contraddistinguere la razza umana. Senza, tra l’altro, nemmeno pensare al fatto che un domani, chiunque avrebbe potuto trovarsi nella stessa condizione di “inutilità”, anche i medici e i politici che approvarono tutto questo orrore. Ciò che stupisce, inoltre, è il fatto che, costoro, condannarono ad una morte atroce cittadini tedeschi, gli stessi cittadini a cui promisero prosperità, stabilità e un futuro radioso in campagna elettorale. Alcuni di loro addirittura presentavano disabilità, a causa di infortuni riportati nella prima guerra mondiale, ed è scioccante pensare al fatto che, la loro unica ricompensa per aver dato tutto, persino una parte di sé, per la loro amata patria, e per la sua gente, fu la morte.
La foto della protesi “sopravvissuta” alla camera a gas, e al fuoco del crematorio, è stata scelta, in quanto rappresenta per noi la resistenza, che si può e si deve opporre a certe ideologie e credenze, che sono l’unica reale disabilità inutile e pericolosa da tramandare, ovvero quella dell’animo umano, che troppo spesso si allontana da quel concetto di Zôon Politikón che dovrebbe invece contraddistinguerlo.
Riccardo Spallanzani, Stefano Casolari, Samuele Pagliani – 5E Gobetti liceo scientifico
