Classe 5B Istituto Scaruffi-Levi, Reggio Emilia – 2015
Beatrice Ravà
Ilma e Iole Rietti
A Beatrice e alle sue figlie Ilma e Iole abbiamo dedicato tre Pietre d’Inciampo a Reggio Emilia.
Beatrice Ravà è nata il 1 maggio 1877 in via dell’Aquila 3 a Reggio Emilia da Serse Ravà, tappezziere di 24 anni, e da Clelia Mortara di 26 anni. Il padre era custode della sinagoga di via dell’Aquila, compito nel quale gli succede, alla morte, il figlio Gino, uno dei sopravvissuti alla Shoah reggiana.
Il 31 agosto 1908 Beatrice si sposa a Reggio Emilia con Angelo Rietti con cui risiede in via Monzermone 6 (oggi numero 8) in città, nella zona del Ghetto. Dal matrimonio di Beatrice e Angelo nascono due figlie: Iole il 22 gennaio 1910 e Ilma il 9 maggio 1913.
Beatrice di mestiere fa l’affittacamere. Puntuale nei rinnovi e nei pagamenti come si evince dai documenti amministrativi in nostro possesso. Immaginiamo che sia in seguito alla morte del marito, avvenuta il 23 febbraio 1925, che si dedica a questa attività.
Iole era casalinga, come risulta dalla scheda del censimento dove, nel 1936, viene anche riportata la sua appartenenza alla ‘razza ebraica’.
In base al Registro di popolazione, censimento del 1931 e del 1936, sappiamo che Ilma da adulta lavora prima come dattilografa e poi come operaia dipendente della società Timo (poi divenuta Sip, oggi Telecom). Sempre grazie a testimonianze orali e a documenti sappiamo che Ilma viene licenziata in seguito all’applicazione delle “Leggi razziali” nel 1938.
Durante l’occupazione tedesca dell’Italia, anche a Reggio Emilia viene ordinata da parte dei fascisti la requisizione delle opere d’arte e dei beni di “proprietà ebraica” (11 dicembre 1943). Beatrice Ravà compare nell’elenco degli ebrei a cui notificare il provvedimento di confisca. A mano sulla lista di persone è riportato l’avvenuto o mancato avviso. Beatrice l’ha ricevuto, mentre il fratello Gino e i suoi figli, Fausto e Lina, risultano assenti. In quella data Beatrice è infatti già agli arresti a differenza del fratello e dei nipoti nascostisi in tempo per sfuggire alla cattura.
Beatrice era stata arrestata assieme alle figlie il sabato, il 4 dicembre 1943 per ordine della Questura. Portate nel Carcere di San Tommaso le tre donne sono registrate come delinquenti comuni e viene dichiarata la loro “condizione modesta”. Successivamente vengono portate in un luogo di raccolta in provincia di Reggio Emilia – che forse abbiamo individuato dopo 70 anni – , e da lì, dopo circa un mese, vengono trasferite al Campo di concentramento di Fossoli, vicino a Carpi.
Il 22 febbraio 1944 parte da Fossoli un convoglio diretto ad Auschwitz con a bordo anche Beatrice e le sue figlie. E’ lo stesso su cui viaggia Primo Levi. I suoi racconti ci lasciano immaginare anche gli ultimi giorni di vita delle tre donne reggiane. Il convoglio arriva a destinazione il 26 febbraio 1944. Grazie alla testimonianza di Ruth Wasser, una dei pochi sopravvissuti del trasporto, sappiamo che all’arrivo al campo di sterminio Beatrice Ravà, data l’età, venne selezionata per le camere a gas mentre le giovani figlie per il lavoro. Pur di non separarsi le figlie seguirono la sorte della madre. Vennero condotte tutte e tre nelle camere a gas e poi bruciati i loro corpi. La “Commissione Interministeriale per la formazione di atti di morte e di nascita andati smarriti o distrutti per eventi bellici” determina la “morte presunta” e la fa trascrivere dall’ufficiale di Stato civile del Comune di Reggio Emilia nel 1952. Beatrice, 66 anni. Iole, 34 anni. Ilma 31 anni.
Fino a pochi mesi fa non avevamo che le impronte digitali di Beatrice e delle figlie, conservate nell’archivio carcerario e pochissimi documenti. Il voler ridare loro un posto nella storia della città ci ha permesso di rintracciare alcuni loro parenti, grazie ai quali abbiamo trovato delle vecchie fotografie e, finalmente, le abbiamo potute guardare negli occhi.
Beatrice Ravà, Ilma e Iole Rietti
42121 Reggio Emilia RE, Italia