Classe 4C Liceo Ludovico Ariosto, Reggio Emilia – 2015

Benedetto Melli
Lina Jacchia

Benedetto Melli nacque a Modena il 17 gennaio 1890, figlio di Samuele e di Malvina Padova. La famiglia era composta da altri due figli, Guido, nato a Reggio Emilia l’8 maggio 1896 e Adolfo.

Il 14 febbraio 1915 a Venezia venne celebrato il matrimonio tra Benedetto e Lina Jacchia, nata in quella stessa città il 29 dicembre 1889, figlia di Israele e di Emma Castelfranco. La coppia si trasferisce a vivere a Reggio Emilia in via Emilia San Pietro n. 28 (attuale 22), poco distante dall’abitazione, al n. 12 – come emerge dai documenti – si trovava il loro negozio di chincaglieria e vendita tessuti. Un’uguale attività era gestita anche dal fratello Guido a Modena, città in cui risiedeva. La coppia ebbe un unico figlio, Giorgio, nato nel 1919. Questi, a causa delle leggi razziali del 1938, venne interdetto dalle università italiane e perciò dovette continuare gli studi in Svizzera. La discriminazione razziale infierì, come su tutti gli ebrei italiani, anche su Lina e Benedetto, i quali però decisero di approfittare della presenza del figlio in Svizzera per fuggire oltrepassando il confine.
Individuarono nel paesino di Porto Ceresio la via di fuga. Lì, l’8 dicembre 1943, quando già vedevano sull’altra sponda materializzarsi la salvezza, vennero arrestati.
Dai documenti sappiamo che furono portati in carcere a Varese il 28 dicembre 1943 e che, al momento dell’arresto, Lina aveva la gamba destra fratturata. Furono poi portati nel campo di concentramento e transito di Fossoli, dove Benedetto fu eletto capo-campo e da cui tentò di far uscire un elenco di nomi, andato purtroppo perduto. Il 22 febbraio 1944 vennero deportati da Fossoli, nello stesso convoglio degli altri ebrei reggiani, per Auschwitz, dove sarebbero arrivati il 26 febbraio. Là non superarono la selezione.
Anche Guido Melli non sopravvisse alla Shoah, convinto socialista, venne arrestato il 12 dicembre 1943 per avere schiaffeggiato un gerarca fascista proprio davanti al suo negozio di stoffe. Deportato anche lui ad Auschwitz, trovò la morte al campo di lavoro di Monowitz (Auschwitz III).
Su Adolfo Melli non abbiamo nessun dato certo: le informazioni più importanti possiamo ricavarle da un documento della Cassa di Risparmio di Reggio Emilia in cui si fa riferimento alla gestione dei beni ebraici. Qui si specifica che il 7 settembre 1945 l’attività di Lina Jacchia “in attesta che la titolare stessa, se in vita, faccia domanda di riammissione ai beni”, viene assegnata ad Adolfo Melli, cognato della proprietaria. Adolfo, quindi, molto probabilmente sopravvisse alla Shoah.
La sentenza di morte presunta di Benedetto Melli e di Lina Jacchia venne promulgata il 10 luglio 1950. Tra le vittime della Shoah dovremmo aggiungere anche il loro figlio Giorgio, scampato alla deportazione ma impazzito dal dolore e morto, nel 1977, nella casa di cura Villa Santa Chiara di Verona. Abbiamo scoperto che aveva frequentato il Liceo classico di Reggio Emilia, proprio come noi. Vorremmo anche a lui dedicare il nostro ricordo e una futura ricerca.

Benedetti Melli e Lina Jacchia

Via Emilia S. Pietro, 22,
42121 Reggio Emilia RE, Italia