Caro diario,
Questa settimana è stata indimenticabile e sicuramente entusiasmante e formativa.
Ho ripercorso i luoghi cruciali di Praga durante la seconda guerra mondiale e visitato molti luoghi che mi hanno toccato nel profondo. Uno fra tutti è stato il cimitero nella Praga ebraica dove si trovano le tombe ammassate che sembrano non dare importanza ai corpi sepolti sotto di esse. Nelle tombe come di tradizione in memoriale, alcuni di noi hanno lasciato un bigliettino, con scritto un desiderio sopra una lapide e appoggiato sopra un sassolino come fanno per ricordare gli ebrei.
Entrando nel campo di concentramento di Terezin, invece, inizia a mancare l’aria, si inizia a provare paura come la provavano le persone che sono passate di lì durante l’olocausto. Inoltre la presenza della brina notturna ancora presente nelle ore più calde del giorno mi ha fatto percepire immediatamente la sensazione di freddo. Questo freddo mi ha fatto pensare a come potevano soffrire i prigionieri che indossavano vestiti sgualciti.
Ho riflettuto su quante volte tutti noi ogni giorno ci lamentiamo per piccole cose che non ci piacciono. Ma perché per una volta non proviamo a metterci nei panni di chi ha subito del male solo perché erano di un’altra cultura, anziché lamentarci di qualsiasi cosa? Le parole che descrivono questo viaggio sono ODIO e INDIFFERENZA, sì perché è questo che ha causato tutte le tragedie nei confronti del popolo ebraico e di tutte le altre persone. L’odio nonostante siano passati 78 anni dalla fine della guerra, esiste ancora. Basta pensare a quello che sta succedendo in Russia e in Ucraina, alle guerre civili che ci sono nel Medio Oriente o senza andare troppo lontano in Italia. Quante volte tutti noi assistiamo a scene di razzismo, odio e talvolta violenza solo perché ci troviamo davanti a una persona diversa da noi.
Entrando nelle celle e nei canali della fortezza lunghi ben 29km ho capito quanto fosse difficile in quelle condizioni, cercare di sopravvivere ad ogni costo per difendere le proprie idee. Troppe persone sono morte per darci la libertà che abbiamo oggi e che molto spesso non rispettiamo come si dovrebbe fare.
Questo viaggio rimarrà per sempre nella mia memoria, soprattutto per ricordare gli orrori successi e fare in modo che in futuro non accadano più.  Credo che sia importante continuare a portare avanti la tradizione del viaggio della memoria soprattutto per i giovani, poiché una cosa è studiare la storia leggendo dai libri un altro è vedere con i propri occhi i luoghi tragici della guerra.
Le tragedie della storia passata non si devono ripetere perché ricordare è un dovere.
Vorrei ringraziare tutti i membri di Istoreco che si sono impegnati a organizzare tutto questo, alle guide che nonostante non fossero italiane si sono sforzate a trasmetterci tutto il loro sapere, a mattia il nostro accompagnatore, alla nostra insegnante per averci accompagnato e a tutti voi per essere qui ad ascoltarmi.
Voglio invitare tutti e soprattutto i miei coetanei a difendere i propri ideali e aiutare chi è in difficoltà senza mostrare indifferenza, perché tutti un giorno avremo bisogno e vorremo essere aiutati e non lasciati da soli.
Vorrei concludere con una frase di Octavio Paz: ” La memoria non è ciò che ricordiamo, ma ciò che ci ricorda. La memoria è un presente che non finisce mai di passare.”

Lara Canossa – 5R Istituto Zanelli

Il memoriale per le vittime di Terezin nel sole sfumato