Classi terze della Scuola Secondaria di Primo Grado “Lelio Orsi”, Novellara (RE) – 2021

Dante
Vecchi

Dante Vecchi nasce nel 1923 a Novellara. Il 6 agosto 1945, alle ore 5:30, Dante Vecchi si è spento in Germania, a Laupheim.


Laupheim, 6 agosto 1945

Solo ventun anni e mi trovo qua, al confine tra la vita e la morte, lottando contro la tubercolosi. Mi stanno riaffiorando tutti i ricordi: vedo correre davanti ai miei occhi, tra un colpo di tosse e l’altro, questi ventuno anni lunghi, difficili, colmi di amarezza e privi di felicità. Mi torna in mente quando da piccino, la mattina presto, andavo per i campi con mio padre, mi piaceva tanto. Gli dicevo sempre che da grande avrei voluto volare e guidare gli aerei. Allora lui mi prendeva sulle sue robuste spalle e mi faceva sentire come se stessi toccando il cielo.
Dopo anni mi sono ritrovato veramente a pilotare, ma il mio sogno si è trasformato in un incubo… Ho iniziato a maggio del ‘42, come aviatore della 2^ Zona Aerea Territoriale di Padova; in Italia era già iniziata la guerra da un paio d’anni, la tensione era all’apice: era palese la nostra impreparazione, non potevamo sostenere la guerra. Ciononostante mi alzavo ogni giorno all’alba e mi battevo con onore per la mia patria. Tutto poi è cambiato irrimediabilmente l’8 settembre del ‘43. Ingenuamente credevo che l’armistizio con gli Alleati avrebbe messo fine alle nostre sofferenze. E invece… A ripensarci adesso mi domando come ho potuto essere così sprovveduto. Ma davvero ho pensato che i tedeschi avrebbero accettato facilmente la nostra uscita dal conflitto?! Sono stato davvero un povero illuso! L’8 settembre ha fatto precipitare la situazione del nostro bel Paese.

L’Italia ha dovuto subire l’occupazione nazista e la guerra civile. Insieme ad altri compagni sono stato catturato e sono stato messo di fronte ad una scelta: combattere per il nazifascismo oppure la prigione. Non ho potuto accettare questo sporco compromesso, ma tanti miei compagni invece si sono piegati. Ho provato tanta delusione. La paura fa vacillare le coscienze e fa rinnegare i propri ideali. Il periodo peggiore l’ho vissuto in campo di prigionia in Germania: celle gelide, un freddo dentro, forse dovuto anche alla mancanza di chi ho sempre avuto al mio fianco. Ricordo le notti insonni, trascorse a pensare a quando avrei riavuto finalmente la mia libertà. Il letto era un macigno e l’aria faticava ad entrare dalla minuscola finestra sbarrata. Per non parlare
delle giornate! Un misero pezzo di pane al mattino e via 12 ore giù nelle cave, obbligati a spaccare pietre tra la polvere. Ho appurato mio malgrado che sono solo un numero, non più una persona. Ma ho mantenuto la testa alta nonostante tutto e i piedi ben piantati per terra. Adesso il mio corpo paga le spese di questa vita di stenti; la tubercolosi non mi dà tregua, peggiora di giorno in giorno. Sento che è vicina la mia fine, forse è per questo che mi sto abbandonando a questa corsa nei ricordi.
Sento un dolore lancinante al torace, sono allo stremo…

Dante Vecchi
Il 6 agosto 1945, alle ore 5:30, Dante Vecchi si è spento in Germania, a Laupheim presso l’Ospedale Militare Ausiliario. Il suo corpo riposa nel cimitero di Laupheim, sezione Eroi, riquadro 6, tomba n°54.

Dante Vecchi

Strada Santa Maria 4
Novellara, RE 42017