Di ritorno dal mio primo Viaggio della Memoria Istoreco al campo di Auschwitz-Birkenau:
Il Viaggio della Memoria organizzato da Istoreco è probabilmente, per qualità dell’esperienza proposta in rapporto al numero di studenti coinvolti ogni anno, un unicum nel nostro Paese. Ciò rappresenta ormai da anni la normalità ma è importante sottolineare quanto eccezionali siano questi risultati, comprendendo con fierezza come essi rappresentino un elemento distintivo di eccellenza che muove in sinergia con l’intero sistema scolastico e educativo di tutta la comunità reggiana. Non a caso anche il sistema istituzionale – Regione, Provincia, Comuni – ed imprenditoriale continuano a sostenere con convinzione, anche economicamente, l’organizzazione di questi percorsi di crescita personale e collettiva.
Non ne avevo avuto occasione da studente, così ho deciso di cogliere l’occasione di vivere questa esperienza insieme ai 350 ragazzi dell’ultimo turno di viaggio. Un’esperienza unica e toccante, che non può lasciare indifferenti e che restituisce la netta sensazione di avere molte più domande al proprio rientro di quelle che si avevano alla propria partenza. E’ straordinario pensare che 1.000 ragazzi reggiani vi prendano parte ogni anno. La presenza fisica e la partecipazione in prima persona di istituzioni e amministrazioni locali è anche un segnale importante rivolto proprio a loro: studiamo, osserviamo, riflettiamo, confrontiamoci su cosa e perché è accaduto ma poi, soprattutto, chiediamoci insieme cosa cambiare nelle nostre vite e nei nostri comportamenti quotidiani per migliorare non soltanto noi stessi ma il futuro delle nostre comunità. Il futuro lo costruiamo insieme, partendo da qui.
I problemi più complessi riguardano da sempre le dinamiche sociali e culturali che regolano le società. Studiando ed approfondendo il passato ci si accorge di come i problemi attuali molto spesso abbiamo origini, analogie, comuni denominatori nei grandi accadimenti della Storia. Molti processi culturali, sociali e politici paiono addirittura ripetersi in forme più o meno differenti. Basti pensare ai fenomeni sempre più frequenti di intolleranza, razzismo, paura e colpevolizzazione del diverso, di sfogo contro chi si trova in posizioni di debolezza, passando per gli egoismi sfrenati che spesso impediscono di comprendere come l’interesse di un singolo individuo non sempre possa coincidere con l’interesse di un’intera comunità, fino ai nazionalismi che limitano fortemente la costruzione relazioni europee forti in una visione collettiva, collaborativa ed inclusiva. Per questo il Viaggio della Memoria è anche forte riflessione sul presente ed “un viaggio per il futuro”.
Giorgio Zanni, presidente della Provincia di Reggio Emilia