Ed eccoci qua, scrivo dal pullman verso l’Italia, dopo la commemorazione a Lidice. Siamo arrivati alla fine di un viaggio che penso a chi più o a chi meno abbia segnato ed aggiunto qualcosa in più alla propria persona ed alla propria personalità. Inutile dire che bisogna essere preparati sia dal punto di vista fisico che psichico, ci si catapulta in esperienze diverse dal normale, mai viste prima, ma lo rifarei e lo consiglierei di farlo a chiunque, a chiunque abbia voglia di imbattersi nel passato. È stata un’esperienza unica, frenetica, stancante ma quella stanchezza che si prova viene ripagata nella presa a coscienza di ciò che hanno vissuto chi ci ha dato e costruito il mondo, chi ha lottato per la pace di cui noi dobbiamo andare fieri. Rivivere anche per pochi secondi, entrando nelle stanze del campo di Terezin, quello che migliaia e milioni di persone hanno vissuto per mesi ed anni interi fa rabbrividire. Vedi un altro mondo, totalmente diverso da quello che si dice a scuola. Diverso perché lo provi sulla tua stessa pelle, toccare le brandine sulle quali dormivano le persone al freddo e pensare che noi a casa abbiamo un letto e un posto caldo, fa piangere.
Non avevo mai fatto un’esperienza così (eh direi anche unica nel suo genere), c’erano degli intoppi nell’organizzazione, ma capisco che organizzare un viaggio del genere per più di 1000 persone sia una sfida (per me pressoché impossibile), ma il ringraziamento più sincero e sentito va proprio all’organizzazione e alle persone di Istoreco, semplici e che sanno prendere con filosofia i ragazzi (un ringraziamento a Mattia e Thomas).
Ho deciso di condividere la mia riflessione proprio alla fine, per fare il resoconto di ciò che è successo. Giornate piene, paese stupendo, stanchezza a non finire ma tanta tanta gratitudine per aver avuto l’opportunità di fare tutto ciò.
Un abbraccio.
Giorgia – 5E Galvani-Iodi
