Classe 3C Liceo Classico Ariosto – Spallanzani, Reggio Emilia – 2017

Giovanni
Ganassi

Quando la nostra insegnante ci ha proposto questa esperienza, ricostruire la vita di un Internato Militare Italiano attraverso la consultazione di documenti storici, non sapevamo cosa aspettarci.
In tutti noi è sorto il desiderio di fare qualcosa di importante per ricordare una persona che ha vissuto l’incubo della guerra, una realtà allo stesso tempo così lontana e così vicina a noi.
Giovanni ha vissuto nella nostra stessa città, ha percorso le stesse strade che noi percorriamo quotidianamente, anche se non per molto tempo e senza la spensieratezza che abbiamo noi oggi.
Riportando alla luce la vita di Giovanni abbiamo posto un’altra pietra sulla strada della storia; così Giovanni è potuto ritornare a casa.

Giovanni nasce a Reggio Emilia il 28 Giugno del 1911 da Giuseppe e Teresa Fontanesi, rispettivamente muratore e casalinga. Entrato nell’esercito nel ’32, all’età di 22 anni diviene radiotelegrafista, favorito dagli studi elementari. Nel Marzo del ‘35 parte con la 19° Compagnia Trasmissione per l’Eritrea e rimpatria a Livorno quattro mesi dopo. Tornato dall’Africa gli viene concesso il congedo, durante il quale si sposa con Dorina Storchi, impegnata attivamente nella lotta antifascista. Nel luglio del ’39 nasce la figlia Simona. L’anno successivo, nonostante il congedo, viene richiamato in guerra e schierato sul fronte tedesco dove, tre giorni dopo l’Armistizio, viene fatto prigioniero dai tedeschi e internato come IMI. Due anni dopo viene dichiarata la sua morte in seguito a un bombardamento aereo. Tuttavia la testimonianza di un amico ci riporta che Giovanni potrebbe essere stato fucilato dai tedeschi per aver cercato di contattare l’esercito Russo.

Mi hanno sempre detto che assomiglio a mio padre” mi aveva detto mia madre Simona con uno strano sorriso malinconico sul viso che poche volte avevo visto… Quasi le tremavano le mani a vedere quella lettera e mi stavo ancora chiedendo cosa significasse per lei.
Dalle sue parole traspariva quanto fosse stato forte a sopportare per lunghi anni la lontananza dalla sua famiglia e quanto per lui fosse piú importante l’infanzia di mia madre piuttosto che le sue condizioni in quel momento.
Durante il racconto la sua voce si spezzò e in quel momento capii che nonostante la determinazione del nonno e la speranza di tutti di un suo ritorno a casa, ciò che più la mamma aveva desiderato non si era avverato.
In quel momento però ero consapevole del fatto che non sarebbe mai svanito in me il suo ricordo… E fu così che conobbi la storia di mio nonno Giovanni Ganassi, IMI.
(Questa lettera è frutto della fantasia degli studenti)

Giovanni Ganassi

Via del Portone, 8,
42121 Reggio Emilia RE, Italia