Guardatevi intorno: guardate i colori di questo prato, nato dalle macerie e sangue.
Vorreste costruire il vostro futuro su morti innocenti? Come evitarlo?
Fare memoria di ciò che abbiamo provato in questi giorni: l’ansia di una cella di Terezin, l’angoscia di essere sospesi a Lidice, granelli in una tempesta.
Bisogna avere l’intenzione di evitare che si ripeta. Ma alla fine bisogna attuare le intenzioni: parlarne, divulgare la storia, approfondirla e prendere posizione, con la consapevolezza che il confine tra il possibile e l’impossibile è molto sottile.
Che questo prato sia monito.
Di speranza.
Lorenzo Affaticato – 5A MAT. Istituto D’Arzo
