Durante la visita a Terezin, mentre osservavo quegli spazi angusti, la prima cosa che ho pensato è stata a quanto deve essere stato terribile per le persone deportate vivere effettivamente in quel campo di concentramento. Ho quindi provato ad immedesimarmi per comprendere quel contesto pieno di sofferenza, tuttavia rendendomi conto di come ci fosse ancora speranza nonostante tutto. Chissà quante persone e storie sono andate dimenticate, vittime del regime nazista e ancora tutte quelle atrocità appoggiate da molte persone ma al contempo nascoste alla massa, ignara e indifferente alla realtà. Mentre mi addentravo nelle camere del campo mi sono sopraggiunte alla mente le parole di Liliana Segre, donna che ho avuto il piacere di incontrare in giovane età, la quale sottolineava spesso la pericolosità dell’indifferenza, capace di distruggere il concetto di umanità.
Ho ragionato sul valore della cultura e dell’arte, piegata e travisata in propaganda, per ricordare anche tutti gli artisti che sono stati a Terezin. Ho ragionato anche sul concetto stesso di valore e dignità in relazione a quelle vite umane a cui è stata strappata senza pietà.
In conclusione, sono comunque grato di aver preso parte a questa esperienza, poiché è solo grazie a queste iniziative nel contesto scolastico che si può ricordare quello che è successo, senza tuttavia limitarsi ad un passivo ascolto, per dare spazio anche ad una comprensione attiva dell’accaduto con le proprie riflessioni.

Jacopo Frignani – 5F Liceo Chierici

Jacopo pochi secondi prima di leggere il suo intervento a Lidice