Inciampare su una vita umana mentre si passeggia spensierati; ricordare il passato a causa di un microscopico sanpietrino dorato diverso dal resto del marciapiede, una pecora nera all’interno di un enorme gregge che, seppur minuscola e assediata da grigie schiere di monotone mattonelle, riesce a ergersi sui suoi simili impersonali. Quella pietra rappresenta una vita, anch’essa inserita all’interno di folle di miliardi di persone ma nonostante ciò singolare, insostituibile e soprattutto incontrollabile.
Quella pretesa di controllare le masse, direzionarne il pensiero e demonizzarne una parte; indurre una parte di esse a escludere e uccidere la restante minoranza, sfogando la rabbia e la povertà dei cittadini di Weimar verso i diversi. Diversi che da generazioni abitavano in Germania e si erano mimetizzati con i locali, che da un giorno all’altro si ritrovano i diritti ridotti a quelli di una bestia a causa della cattiveria infettiva di un solo uomo, Adolf Hitler. La cattiveria dell’uomo è probabilmente l’unico tema coinvolto in questa terribile guerra che non ha mai trovato una spiegazione, inserita nell’essere umano sin dalla sua nascita, ingiustificabile e illimitata; testimone silenzioso di quanto la storia si basi su ideali pacifici ma sfoci in avvenimenti violenti.
Samuele Zannoni – 4I Istituto Zanelli – Reggio Emilia
Complimenti, molto bello!
Grazie, il merito è più tuo che nostro!