Salve a tutti e tutte, sono qui in veste di rappresentante per me e tutti i miei compagni quindi le mie parole saranno le parole della classe.
Io che ho gli occhi di un ragazzo che si sta affacciando solo ora alla realtà, in questi giorni ho potuto guardare e vivere un’altra realtà … quella di qualcuno altro, che ci viene solo descritta come nei libri di storia, dati e parole che ci informano dell’accaduto. Vivendo invece questa esperienza ho capito l’abisso tra un apprendimento passivo e il vero orrore della persecuzione nei confronti degli ebrei.
Ho potuto camminare sul terreno sui cui hanno camminato migliaia di uomini, donne e bambini che al posto mio non sapevano dove si trovassero e perché.
Se percorro le vie di Terezin mi sento schiacciato da un aria cupa, pesante. E se mi sposto per gli ambienti del campo non riesco a non immedesimarmi nelle vittime deportate.
L’astrazione delle parole che ci dicono e delle storie raccontate, in quel momento rimangono solo parole, ma nel vederle mi sono reso davvero conto della diversità tra la nostra immaginazione e la realtà effettiva.
La storia della deportazione non riguarda solo ebrei e ne ho visto alcune testimonianze, ma è stato comunque interessante capire tanti aspetti della cultura ebrea, per conoscerla e comprendere le loro tradizioni, un popolo umile anche nelle ricorrenze funebri.
Mi ha stupito l’organizzazione e la gestione dei campi di concentramento, per cui il piano sistematico di assassinii di massa venne approvato e progettato nei dettagli dall’insieme dei gerarchi nazisti, la macchina della morte aveva iniziato a operare con le modalità “scientifiche e industriali” che avrebbero portato alla morte di milioni di esseri umani all’interno dei campi di sterminio.
Ho esitato ad entrare nella camera delle autopsie. I lager furono utilizzati anche come laboratori per esperimenti medici sui prigionieri. Migliaia di uomini, donne e bambini subirono atroci torture in nome della “scienza” nazista, divenendo cavie umane. La maggior parte di loro morì tra indicibili sofferenze.
“A molti, individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che «ogni straniero è nemico». Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come una infezione latente; si manifesta solo in atti saltuari e in-coordinati, e non sta all’origine di un sistema di pensiero. Ma quando questo avviene, quando il dogma inespresso diventa premessa maggiore di un sillogismo, allora, al termine della catena, sta il Lager.” Primo Levi
Ho capito che la guerra non ha vincitori, e la discriminazione può portare a derive tragiche.
Classe 5C Istituto G. Chierici
