La cosa che inizialmente mi ha colpito di più è stata la tranquillità di Auschwitz I. Appena varcato il cancello d’ingresso con la celebre scritta “Arbeit macht frei” ci siamo trovati a camminare per le strade del campo immersi nel silenzio; sembrava tutto così tranquillo che risultava quasi difficile immaginare che quegli stessi posti fossero stati creati apposta o trasformati in luoghi destinati allo sterminio di milioni di persone.


Emanuele Ferrante, classe 4G, Istituto Chierici