LA CONSAPEVOLEZZA DELL’ASSURDO
(letto a due voci)
-SONNENSTEIN
medici che curano
medici che uccidono
scienza prodotto della razionalità
scienza strumento dell’irrazionalità
-TEREZIN
lavoro che rende liberi
lavoro che toglie la vita
Hitler dona una città agli ebrei
Hitler dona un inferno agli ebrei
-Chiesa dei santi Cirillo e Metodio (ANTHROPOID)
Chiesa luogo di preghiera, pace
Chiesa luogo di scontro
Chiesa luogo di vita eterna
oh Chiesa luogo di morte
un gesto eroico: la morte del boia di Praga
un gesto irresponsabile: la morte di ottomila innocenti
-LIDICE
Città di innocenti
Città di traditori
L’efficienza del male
la banalità del male
-ANTICO GHETTO EBRAICO
vivere in comunità in quartiere ebraico
vivere emarginati/reclusi in un ghetto ebraico
-SINAGOGA
culto libero della sinagoga spagnola
culto celato della sinagoga clandestina
-VECCHIO CIMITERO EBRAICO
Corpi sepolti sotto terra ritornano polvere
corpi cremati nei forni diventano cenere
sasso strumento di chi vuole ricordare
La consapevolezza dell’assurdo
sasso strumento di chi vuole eliminare
Abbiamo visto cose desolanti, inquietanti e assurde a cui non è possibile dare un senso,
perché è incomprensibile la razionalità usata per raggiungere fini tanto irrazionali.
È assurdo l’annullamento totale del medico, una figura che dovrebbe simboleggiare la
speranza a cui aggrapparsi, e nella quale cercare e ricevere protezione, che si riveló
l’origine del male. Una figura che si prese il diritto di essere giudice della vita o della morte
dei suoi pazienti, vite umane ridotte ad essere considerate bocche indegne di essere
sfamate, soldi sprecati.
È assurdo come la scritta “Arbeit Macht Frei” abbia cercato di mascherare lo schiavismo
ebraico. Uomini sfruttati fino ad essere ridotti ad ammassi di pelle e ossa che a stento si
reggevano in piedi. Divennero parte di una prigione, prigione da cui non il lavoro, ma
soltanto la morte, rese effettivamente liberi.
È assurda la menzogna che Hitler creó pur di mascherare le atrocità che stava
commettendo. Professó al mondo di aver donato agli ebrei, ma rubò la loro dignità, la loro
essenza umana, li rinchiuse come animali dentro a mura di fame e morte.
É assurdo come il coraggio di pochi uomini dopo una missione quasi suicida si concluda con
l’ennesimo massacro. Come mesi di addestramento, preparazione, attesa e fremito,
terminino con ancora migliaia di vite perse, famiglie distrutte, figli soli. È il peso di un’azione
politica dal costo esorbitante.
È assurdo che un evento così sconvolgente sia il prodotto di un banale errore. Fu il mancato
coraggio di ammettere una colpa che distrusse una città, senza lasciarne alcuna traccia, ne
rimosse persino le macerie, neppure un ruscello era degno di passare nella terra degli
innocenti traditori. Come se lì non ci fosse mai stato niente. Come se Lidice non fosse mai
esistita.
È assurdo come da un giorno all’altro il quartiere ebraico, luogo sicuro, di comprensione e
accoglienza, diventi una prigione, creata proprio dal condividere la propria cultura e religione
con amici e vicini. Questo è il ghetto: esclusione, solitudine, il sentire di essere stati messi da
parte.
È assurdo pensare alla paura di mettere in pratica i propri riti, il terrore di essere scoperti e
uccisi per una preghiera. È però così profondamente necessario riunirsi da voler
coraggiosamente creare un luogo che lo permetta.
È assurdo immedesimarsi nella violenza culturale subita, nella mancanza di rispetto. Quella
speranza di trovare libertà e sollievo dopo la morte viene annullata e a tutti sottratta in un
unico terribile gesto. Quel sasso che proteggeva un corpo diventa anch’esso arma per
distruggerlo.
Ci tornano in mente le parole di Primo Levi e la sua poesia “Se questo è un uomo”
Meditate che questo è stato:
La consapevolezza dell’assurdo
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
Se non vogliamo perdere l’umano, impariamo a non considerare normale l’assurdo.
Classe 5E, Liceo scientifico Gobetti
