Quando ho scelto di intraprendere il viaggio della memoria ero parzialmente consapevole di quello a cui sarei andata incontro ma solo dopo aver visto con i miei occhi quei luoghi di crudeltà ingiustificata, mi sono resa conto davvero di ciò che è successo.
Prima sembrava tutto così lontano da noi ragazzi ma una volta giunti al campo il passato ci ha assaliti ed è subito diventato presente.
Settant’anni non sono tanti, ma sono abbastanza per poter ricordare e celebrare le vittime di questa carneficina. Vittime la cui sola colpa era quella di essere nati in quel determinato periodo storico.
Alcuni pensano che gli autori di questa strage avrebbero dovuto subire una punizione esemplare e pari a ciò che loro hanno riservato per le vittime, ma non pensate che tutto questo potrebbe essere definito come un secondo eccidio?
La violenza non può e non deve esser risolta con altra violenza e comunque penso che una punizione l’abbiano già subita da sé: vivere con il senso di colpa per aver ucciso bambini, donne e uomini.
Per aver ucciso vite umane.
Elisa Muzzi, classe 5F, Istituto Galvani-Iodi