Oggi durante la visita alla Fortezza Minore di Terezin nel cielo è comparso un arcobaleno che “toccava” la struttura. Siamo rimaste profondamente colpite, e abbiamo subito recepito una dimensione quasi di magia, come se ci fosse dell’altro dietro a questa visita. Infatti, nonostante la tristezza e il rispetto che il luogo ci ha suscitato, qualcosa evidentemente ci ha voluto ricordare delle persone ma soprattutto delle vittime che forse ancora abitano quei luoghi, con le loro anime. Seppur non ci sia niente di così esplicito, questo non ci ha impedito di usare l’immaginazione e cercare di percepire cosa dovessero provare queste persone. Era un segno inoltre per farci ricordare anche dell’innocenza di questi uomini e donne che prima di essere rinchiuse e uccise in quel luogo, erano soprattutto esseri umani, genitori, figli, e che nonostante questo hanno conosciuto un destino orribile. Il contrasto di una struttura così fortificata, e che incuteva timore solo da lontano, ci ha fatto riflettere ancor di più sulla comparsa di questo arcobaleno, che ai nostri occhi appunto non si è presentato solo come un “effetto naturale” ma come qualcosa di molto più forte e profondo.
Come scrisse Hannah Arendt nel libro “la banalità del male”, è bene ricordare che il frutto di queste atrocità non fu solamente di chi direttamente si occupò dello sterminio di queste persone, ma anche delle decisioni delle singole persone, che pezzo dopo pezzo hanno portato a un avvenimento storico terribile.
Oggi la nostra guida ci ha raccontato la storia di una ragazzina costretta assieme ad altri bambini a lavorare, in particolare erano impiegati come messaggeri. Obbligati ad orari di lavoro paragonabili a quelli degli adulti, venivano pagati con piccole ricompense. Alla ragazzina fu dato un pezzo di salsiccia che voleva condividere con i suoi genitori. Costretta dalla fame prima di giungere al campo si mangiò il piccolo pezzo. La ragazza racconta di come fu assalita da un forte senso di colpa per non aver condiviso con i suoi parenti. Quello che mi colpisce è che la ragazza provò un senso di colpa che non venne invece minimamente ai suoi carnefici. Ciò dimostra di come anche in situazioni di totale omertà i bambini e in generale determinate persone siano capaci di provare compassione e amore, e riuscire a portare un briciolo di luce nelle tenebre.
Micol Agosti e Alessia Davoli – 5M Liceo Canossa
