3D Istituto Catteneo-Dall’Aglio, Castelnovo ne’ Monti (RE) – 2019
Lino
Righi
Lino Righi nacque a Montefiorino nel 1907 da Antonio e Rosa Bagatti che lavoravano come mezzadri a La Corbella di Cerredolo. Si sposò con Amelia Marchi ma poi venne deportato nel campo di internamento di Forellkrug Paderborn, dove morì di tubercolosi.
La data di nascita è incerta, poiché in documenti differenti sono riportate date distinte: nel certificato di leva risulta nato il 12 aprile 1907, mentre nel certificato di morte il 27 aprile 1907.
Ebbe tre fratelli: Arrigo, sposato con Vittoria Incerti, che fu catturato il 2 agosto 1944 e deportato a Jena, dove si fratturò la gamba sinistra e tornò a casa (morì nel 1968); Aurelio che morì in deportazione ed Ester, sposata con Celso Ruffaldi.
Lino risiedeva a Cerredolo di Toano in via Carbella; si sposò con Amelia Marchi, nata a Corneto di Toano, e praticarono l’attività di contadini.
Di Lino, che sapeva leggere e scrivere poiché aveva frequentato fino alla quarta classe elementare, possediamo una descrizione fisica contenuta nel Certificato di leva: alto 1,50 metri, dentatura guasta, naso aquilino, occhi chiari e capelli castani lisci.
Nel Certificato di leva, dove viene definito soldato volontario, si fa riferimento alla cattura avvenuta l’8 settembre 1943, ma non vengono indicati né il luogo né la circostanza.
Fu deportato nel campo di internamento di Forellkrug Paderborn, dove morì di tubercolosi il 30 dicembre 1944; fu sepolto nel cimitero italiano di Stuckenbrok, campo 2, tomba numero 145, dove è tuttora rintracciabile.
Questo percorso ci ha permesso di conoscere la storia di Lino e degli IMI, i militari italiani internati dopo l’armistizio, che con i loro gesti coraggiosi e perseguendo i loro ideali, rifiutarono l’imposizione del regime fascista e furono disposti a sacrificarsi per il bene comune. Ciò dimostra che la storia non è fatta solo da grandi nomi e battaglie ma anche da persone come noi: perciò è una storia che ci appartiene.
Spendere un po’ di tempo per ricordare questi avvenimenti mantiene vivo nella memoria gli orrori di una dittatura che ha portato distruzione e morte anche nel nostro Appennino ed è importante per evitare che si ripetano eventi simili.
Partecipare al momento pubblico della sistemazione delle pietre significa per noi rendere omaggio a tutti i caduti.
Lino Righi
Cerredolo località La Corbella
Toano, RE 42010