Cimitero degli Italiani, Via ITALSKA
Avvicinandoci a Milovice, ci fa compagnia la nera terra dei campi che, uno dopo l’altro, ci appaiono lungo la strada. Una terra diventata improvvisamente nera. Un luogo appartato. Isolato.
Non manca molto al cimitero, c’è un cartello che lo indica, ma i lavori in corso ci allontanano.
… faticoso recuperare la Memoria dimenticata …
Un cambio di direzione – finalmente- ci fa arrivare al Cimitero Militare Internazionale – Mezinarodni Vojensky Hrbitov.
L’area è pervasa da un chiarore dorato e soffuso, come in controluce; c’è silenzio e un senso di attesa.
La distesa delle sepolture riporta alla consapevolezza del luogo: croci e tombe con vari simboli –segni di appartenenze diverse – la maggior parte senza nome.
Ogni tanto si intravedono piccole margherite di campo che hanno trovato, proprio qui, la loro casa. Sono i fiori di tutti quelli che qui sono sepolti.
Se non si conoscesse la storia di questo luogo, potremmo pensare di trovarci in un quieto, antico cimitero di campagna … Ci sono, invece, russi, serbi, … e tanti, tanti italiani.
Conoscere nome e cognome, età, provenienza di questi italiani riporta alla terribile realtà: tutti giovani, poveri soldati abbandonati e traditi dal governo nazionale. Ragazzi lasciati morire affamati, ammalati di tifo e in solitudine.
Eppure, scandire ciascun nome sotto il monumento ai caduti italiani morti in prigionia è stato un modo – rispettoso, dignitoso, accogliente – di pensarli come persone, di vederli nella loro dimensione umana, di immaginarne sogni e speranze pur sapendo che sono state vite tragicamente spezzate.
Stamani, qui a Milovice, c’è stato davvero il recupero di una Memoria persa e sincero è stato l’abbraccio corale di tutti i presenti.
Tamara Tagliaferri, viaggiatrice del Bus 26 – Milovice, 28 febbraio 2023
