Una cosa che mi ha colpito molto è stato vedere quanto fossero ben ingegnerizzati i forni crematori del campo di Terezin, le strutture in cemento per il contenimento del calore, le tubazioni per l’alimentazione del fuoco e i meccanismi per introdurre la salma nel forno ed estrarne successivamente le ceneri, una tecnologia così avanzata ed efficiente per l’epoca che qualcuno ha appositamente studiato e progettato per cancellare le tracce di un crimine contro l’umanità, consapevole di quello che stava facendo.
La seconda cosa che mi ha colpito di più è stato vedere i resti della città di Lidice: non avrei mai pensato che si potesse ridurre a quello stato una cittadina di campagna, con solo le fondamenta degli edifici, quelle che si sono salvate, per non parlare della profanazione del cimitero ebraico; un’azione di “scherno”, volta solo a “disumanizzare” il prossimo, poiché compiuta non in presenza dei loro posteri.
Classe 5A Istituto B. Russell
