Classi 3° Scuola Andrea Balletti, Quattro Castella (RE) – 2020

Cywiak Moszek ed
Etla Feldman

Vi racconteremo l’esperienza di internamento libero nella provincia di Reggio Emilia di Cywiak Moszek ed Etla Feldman.
A loro non abbiamo dedicato una pietra d’inciampo, poiché il loro domicilio a Quattro Castella non era stato scelto liberamente ma le loro vite si sono intrecciate con la piccola comunità e volevamo ricordarli con un segno, una piccola targa.
Tra il settembre e il novembre 1938 in Italia furono introdotte le leggi razziali contro gli ebrei, una serie di provvedimenti che colpirono duramente la comunità italiana.
Gli ebrei vennero allontanati dai settori pubblici e privati: per esempio, furono esclusi da scuola, università, esercito e fu proibito loro di esercitare molte professioni, di far parte di associazioni culturali o di frequentare biblioteche pubbliche. Anche il matrimonio fra ebrei e non ebrei venne vietato. Con queste leggi si volle cancellare la loro presenza nella vita nazionale.
Dopo la presa del potere da parte di Hitler e l’inizio delle persecuzioni, sin dalla metà degli anni ‘30, migliaia di ebrei avevano lasciato la Germania e altri Paesi dell’Europa orientale. Molti di questi avevano cercato rifugio in Italia.
Il regio decreto legge del 7 settembre 1938 n. 1381, intitolato “Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri”, stabilì il divieto per questi ultimi di fissare dimora in Italia, la revoca della cittadinanza italiana a coloro che l’avevano ottenuta dopo il 10 gennaio 1919 e l’espulsione entro sei mesi.
Per gli ebrei stranieri obbligati a lasciare la penisola, e spesso arrivati da poco, fu assai difficile affrontare questa nuova urgenza.
Quando l’Italia entrò in guerra nel giugno del 1940 la loro situazione si aggravò ulteriormente: gli ebrei stranieri che non avevano lasciato l’Italia vennero arrestati e per lo più rinchiusi in campi di internamento allestiti soprattutto nel centro – sud, il più grande a Ferramonti di Tarsia.
Tra il 1942 e il 1943 le forze dell’Asse subirono pesanti sconfitte e in Italia, nel luglio del ’43, lo sbarco degli Anglo – Americani in Sicilia determinò la fine del governo fascista e la firma dell’armistizio.
La liberazione del sud spaccò l’Italia in due: il sud sotto il controllo degli Anglo – Americani e con il governo ufficiale del Regno d’Italia guidato da Badoglio; il centro – nord occupato dai tedeschi e con un nuovo governo Mussolini, subalterno a Hitler, la Repubblica di Salò.
Dopo l’8 settembre, la sorte degli ebrei italiani e stranieri fu diversa al nord e al sud del Paese. Nelle regioni meridionali gli ebrei internati furono liberati. Al centro – nord furono invece esposti agli arresti e alle deportazioni fino alla liberazione di quei territori.
Il 30 novembre 1943 il Ministero dell’Interno della Repubblica Sociale Italiana dispose l’arresto di tutti gli ebrei, il loro internamento in campi, il sequestro dei loro beni. Furono quindi organizzati campi di concentramento provinciali e dal dicembre del ’43 a Fossoli venne allestito un grande campo di concentramento nazionale per ebrei. Dal febbraio 1944, dal campo di Fossoli vennero fatti partire i convogli di deportazione per Auschwitz e altri campi.
“Oggetto: Cywiak Moszek Chaim di Gedala
Al Podestà di Quattro Castella e per conoscenza ai Carabinieri di Quattro Castella e alla Prefettura di Reggio Emilia:
Si prega di disporre che il nominato in oggetto sia trasferito dal campo di concentramento di Ferramonti in un comune della provincia di Reggio Emilia dove dovrà essere avviato con foglio di via obbligatorio unitamente alla moglie Felmann Etla fu Mendel.
Al predetto, se indigente, dovranno essere concesse l’indennità di alloggio di lire 50 mensili, ed il sussidio di lire otto giornaliere per il vitto, mentre dovrà essere corrisposto il supplemento di sussidio nella misura di lire quattro alla moglie.
Pregasi provvedere per l’esecuzione di quanto in essa è disposto.
Il Prefetto”

“Sono io Mosek, ma tutti quelli che mi conoscono, al mio paese, mi chiamano Chaim. Sono nato a Varsavia, 52 anni fa. Mio padre si chiamava Gedala, mia madre Wischeneska.”
“E io sono Etla, sua moglie. Sono nata nel 1910 a Nowy Korczyn ed ho 31 anni, ho anche un fratello, gemello, si chiama Abram” “Dobbiamo trasferirci ancora, e perché??”.. immaginiamo così la loro presentazione.

Di loro non abbiamo molto, solo una firma tremolante sui documenti… abbiamo provato ad immaginarci i loro volti, ricercando tra le sbiadite foto del tempo, sfogliando immagini appartenenti al passato. Immaginiamo Moschek con il viso ricoperto da una folta barba, tipica della cultura ebraica. La sua espressione seria ma bonaria ci ha fatto pensare che possa rappresentare bene un uomo che ha rinunciato alla salvezza per amore.
Immaginiamo Etla con il sorriso gioioso e innocente di una giovane donna che cela una grande intelligenza.

“Provincia di Reggio Emilia
Amministrazione della Pubblica Sicurezza, 14 settembre 1941, Foglio di via obbligatorio
Il nominato Cyrzak Mossek nato a Varsavia provincia di Polonia, figlio di Gedala e residente a Ferramonti, provincia di Cosenza ha ordine di trasferirsi a Quattro Castella, provincia di Reggio Emilia e di presentarsi al Podestà entro giorni uno unitamente alla moglie Feldman Etla di Mendel.
A termine della legge se il latore non si presenta all’Autorità cui fu diretto, sarà tradotto innanzi all’Autorità giudiziaria.”
Ma cosa significa internamento libero?
Si trattava di una forma di reclusione riservata a soggetti non ritenuti politicamente pericolosi e quindi dislocabili in piccoli centri della penisola – dove comunque sarebbero stati controllati da podestà e regi carabinieri.

“Dalla Questura di Reggio Emilia al Podestà di Quattro Castella e al Comando Stazione Carabinieri di Quattro Castella:
Con riferimento a precorsa corrispondenza concernente le famiglie ebree internate in questa Provincia trascrivo qui di seguito per l’esecuzione le disposizioni ministeriali che regolano gli internati e che dovranno essere applicate nei confronti delle medesime:
Il funzionario di Pubblica Sicurezza dovrà:
– stabilire il perimetro entro il quale gli internati possono circolare;
– imporre loro la prescrizione di non allontanarsi da detto perimetro;
– il permesso di allontanarsi dall’abitato potrà essere concesso soltanto dietro autorizzazione del Ministero
– vietare agli internati di uscire prima dell’alba e di rincasare dopo l’Ave Maria;
– dovranno essere fatti tre appelli giornalieri agli internati, al mattino, a mezzogiorno, alla sera;
– gli internati potranno consumare i pasti in esercizi o presso famiglie private del posto, dietro autorizzazione delle Autorità;
– per l’acquisto di specialità medicinali e per cure sanitarie dovrà essere chiesta di volta in volta l’autorizzazione al Ministero;
– non è consentito agli internati di tenere presso di loro passaporti;
– gli internati non debbono possedere danaro né gioielli di valore;
– gli internati non debbono occuparsi di politica
la corrispondenza ed i pacchi di qualsiasi genere, sia in arrivo che in partenza, devono essere autorizzati dal Ministero;
– gli internati non possono tenere apparecchi radio
la convivenza dei familiari con gli internati non è consentita.

“I sottoscritti dichiarano di aver ricevuto dal Comune di Quattro Castella n.4 coperte e n.8 lenzuola per letto da una piazza e s’impegnano di conservarli gelosamente.
In fede per ricevuta
Mosek CYviak
Quattro Castella, 24 dicembre 1941”

“Alla Questura di Reggio Emilia, 27 aprile 1943
Com’è noto a codesto ufficio sono in territorio di questo comune i coniugi ex polacchi internati Cjrviak Moszek fu Gedala di anni 54 e Felman Etla di Mendel di anni 33, i quali non si ritengono idonei ai lavori agricoli.
I predetti, pur non risultando pericolosi politicamente, prima del provvedimento con il quale venivano internati nel campo di concentramento di Ferramonti, dedicavano l’attività nell’industria alberghiera.
Il podestà”

Moszek ed Etla rimangono a Quattro Castella in via dei Mille n. 2 dal settembre del 1941 all’estate del 1943.
Trascorrono due anni in totale isolamento, senza entrare in contatto con la popolazione se non per soddisfare i bisogni primari, costantemente sorvegliati tanto che Etla, il 28 dicembre del 1942 , deve chiedere un permesso anche solo per recarsi all’ospedale di Reggio per semplici cure mediche.
Nella notte tra il 30 novembre e il primo dicembre 1943 vengono forzatamente trasportati prima al carcere di San Tommaso, in centro a Reggio, poi a Villa Nobili, a Cavazzoli, in compagnia di tutti gli ebrei reggiani rastrellati in quel mese.
Da lì verranno successivamente internati a Fossoli e saliranno, la mattina del 22 febbraio del 1944, sul convoglio n° 8, in compagnia di un giovane chimico torinese, partigiano ed ebreo, di nome Primo Levi.
Lui arriverà ad Auschwitz , dove verrà registrato il 26 febbraio mentre di Moszek Chaim ed Etla, presenti con lui nell’elenco degli ebrei trasportati dallo stesso vagone, non sappiamo più nulla.
Le loro tracce si perdono nelle gelide e innevate campagne attraversate da quel treno, carico di dolore e disperazione.

Abbiamo provato a diventare noi stessi candele della memoria, per illuminare i volti di Etla e Moszek, per ribellarci al tentativo di cancellare per sempre i loro nomi, le loro identità, i loro sentimenti.
Per ridar loro dignità, contro chi si riserva il diritto di decidere della vita degli altri con un sì o con un no.
Escono i lettori, Etla e Moseck dopo aver guardato verso il pubblico camminano verso la schiera dei compagni che si apre a farli passare poi si chiude a nasconderli alla vista, come un grande sipario.

Mosek Cyviak e Etla Feldman

Via dei Mille, 2
Quattro Castella, RE 42020