A scuola studiamo semplicemente numeri. La nostra guida ci ha detto di provare a contare da zero fino a un milione cinquecentomila e di immaginarci tutte quelle persone che sono passate dal campo di concentramento di Auschwitz Birkenau e che ora non ci sono più, disumanizzate, torturate e brutalmente uccise in questa immensa e perfetta macchina della morte. Ed è così che ti accorgi che furono molte, troppe.
Immaginare è impossibile ma comprendere è fondamentale ed è proprio per questo che è la mia, la nostra generazione, ad dover fare qualcosa, ognuno di noi nel nostro piccolo, per fare in modo che ciò che non accada più. Non devono più morire persone per cambiare le cose, nessuno deve perdere più la sua identità, i propri averi, i propri cari e la sua dignità.
Le persone sapevano, sapevano dell’esistenza di questo campo di concentramento e di tutti gli altri proprio come oggi sa di ciò che succede negli States al confine col Messico e nei nostri mari con migranti che cercano rifugio nel nostro paese. Non deve esserci più silenzio come successe per la Shoah.
Sergio Pellecchia, classe 5A MAT, Istituto D’Arzo Montecchio Emilia