Claustrofobia, a noi viene chiesto se ne soffriamo prima di entrare nella piccola cella dove venivano lasciati gli ebrei, almeno il doppio di persone rispetto a noi. Erano chiusi lì, senza finestre, senza spazio, senza respiro. Abbandonare la vita, abbandonare la luce, abbandonare l’aria. Tirare l’ultima boccata d’aria sapendo che probabilmente non si rivedrà il cielo, venire privati dell’ultima facoltà che rimaneva, quella di respirare.
Il respiro è vita e togliere il respiro in questo modo sembra l’ennesima orribile dimostrazione della facoltà dell’uomo di abbassare così tanto il prossimo da infliggergli ciò che non vorrebbe mai provare.
Davanti a questo il fiato manca amcne a me e anche uscendo non trovo aria a sufficienza, perché?
Museo dei dipinti a Terezin
Tutte queste espressioni artistiche così diverse e così potenti sono la dimostrazione di quanto possa essere potente e risoluto l’animo umano anche in positivo, che per contrastare la morte crea e dà vita alla bellezza che provano inutilmente a toglierci dall’animo.
Questi artisti sono eroi, che parevano amare ciò che resta dell’umanità mantenendo la meraviglia protetta nei loro cuori, ancora potente e prorompente al punto da rischiare la vita per esprimerla.
Emma Melegari – 5E Liceo A. Moro
