Ieri abbiamo visitato i campi di Auschwitz e Birkenau. Al mattino siamo andati al centro di sterminio, enorme, vastissimo. Ma quello che ci ha colpito di più è Auschwitz I. Non perché sia il luogo peggiore, ci hanno spiegato che la stragrande maggioranza delle uccisioni è avvenuta a Birkenau, il luogo dello sterminio puro. Ma oggi il museo principale è Auschwitz, nelle casette di mattoni a cui si accede passando per il celebre cancello con la scritta metallica.

Nelle stanze ci sono reperti che vanno oltre l’orrore. Molti non li conoscevano, perché non si possono fotografare e quindi non si vedono mai, nei libri e nei servizi in tv. Ci sono degli enormi intrecci di capelli, venivano presi dalle donne appena ammazzate e trasformate in calze, cuscini, vestiti. È troppo. Non è concepibile per noi. E lo stesso vale per le scarpine dei bimbi, per le braccia e le gambe di legno per i mutilati, per i pettini. O per le foto degli esperimenti dei bambini. È tutto terribile, tutto oltre che quello pensavamo. Ci è servito, di questo siamo sicuri.

Istituto Mandela, classe 5°