12 febbraio 2020
Quella mattina mi svegliai pensierosa, sapevo che non sarebbe stato facile conoscere le vite di donne o ragazze come me alle quali è stato privato tutto: libertà, umanità e vita.
All’arrivo scesi dall’autobus e alzai gli occhi , fu in quel momento che immaginai tutto l’orrore che era stato fatto lì, restai in silenzio per tutto il tempo.
Alla fine della visita toccava a noi fare qualcosa, cioè lasciare in ricordo un fiore come simbolo, lo appoggiai all’entrata dei forni crematori e dopo rimasi lì per un paio di minuti a riflettere; una volta uscita non riuscivo a togliermi dalla testa una frase: “Perché tutto questo?”.

Debora Petrov – Classe 4G, Liceo Canossa, Reggio Emilia