Testimonianza di Giacomina Castagnetti e Giacomo Notari, Reggio Emilia
Data unica per tutte le scuole della provincia Giovedì 11 aprile 2019, Teatro Romolo Valli Reggio Emilia Ingresso ore 09.30, inizio iniziativa ore 10.00, fine iniziativa ore 12.00 Appuntamento per tutte le classi partecipanti al Viaggio della Memoria 2019
Provincia di Reggio Emilia, aprile 1945: Giacomo ha 17 anni. Giacomina ne ha 19. Partecipano alla Resistenza contro i fascisti italiani e contro i nazisti tedeschi. Sono Partigiani. Come migliaia di giovani donne e uomini in tutti i paesi europei occupati. Le dittature in Italia e in Germania hanno portato a un disastro totale. Ma fra il 1943 e il 1945 alcuni ragazzi si ribellano. Hanno visto l’8 settembre, hanno vissuto i mesi della clandestinità e hanno lottato per la Liberazione. Vogliono costruire un mondo nuovo.
Unindustria Reggio Emilia per la prima volta ha preso parte al Viaggio della Memoria di Istoreco con la presenza della vicepresidente Daniela Fantozzi. Queste le sue riflessioni:
“Ritengo che iniziative come queste siano il modo più efficace possibile per affrontare e depotenziare il passato, contestualizzandolo. Con l’esperienza diretta, la visione di ciò che si poteva solo immaginare, si interiorizzano stati d’animo ed emozioni indelebili, per capire, per non dimenticare. Cancellare questo passato non serve. Serve prendere coscienza di ciò che è stato, per non avere paura, ma soprattutto per imparare.
L’obiettivo deve essere rifiutare la deresponsabilizzazione, colpire la coscienza, stimolare pensieri e confronti su temi etici e storiografici, in particolare nella società di oggi che vive nel perenne presente, nell’immediato, nell’informazione facile, rapida.
I giovani – ma non solo – tendono ad aderire a campagne mediatiche o linciaggi morali senza informarsi, documentarsi, capire, finendo per usare il linguaggio e i mezzi di comunicazione con leggerezza, ignorandone la risonanza e le conseguenze.
Nessuna società può permettersi che dopo più di settant’anni dalla fine della Seconda guerra mondiale e l’apertura dei campi di sterminio, di prigionia e lavoro, esista ancora qualcuno che nega l’Olocausto, o che non rimanga sgomento di fronte al meccanismo delle camere a gas, o che difendano le idee alla base del fascismo e del nazismo. Così come possa esserci chi, pur sinceramente colpito da morti assurde ed insensate, invochi lo stesso trattamento oggi per altre “categorie”.
Il lavoro degli istituti storici, dei Viaggi della Memoria e di tutti i docenti attenti e curiosi è oggi più importante che mai, non per fare archeologia, non per raccontare di singole vite strappate agli affetti per una presunta superiorità razziale di chi li ha deportati, ma per dotarci di strumenti riflessivi utili al nostro essere cittadini qui ed ora.
Ed è importante che tutti gli attori della società civile appoggino la diffusione di questa cultura storica, perché ognuno di noi possa ri-abituarsi a fare e a farsi domande. Questo è il motivo per cui Unindustria Reggio Emilia ha accolto l’invito a partecipare a questo viaggio e desidero ringraziare gli organizzatori per la toccante esperienza che ci hanno regalato”.
Daniela Fantozzi – Vicepresidente Unindustria Reggio Emilia
Di ritorno dal mio primo Viaggio della Memoria Istoreco al campo di Auschwitz-Birkenau:
Il Viaggio della Memoria organizzato da Istoreco è probabilmente, per qualità dell’esperienza proposta in rapporto al numero di studenti coinvolti ogni anno, un unicum nel nostro Paese. Ciò rappresenta ormai da anni la normalità ma è importante sottolineare quanto eccezionali siano questi risultati, comprendendo con fierezza come essi rappresentino un elemento distintivo di eccellenza che muove in sinergia con l’intero sistema scolastico e educativo di tutta la comunità reggiana. Non a caso anche il sistema istituzionale – Regione, Provincia, Comuni – ed imprenditoriale continuano a sostenere con convinzione, anche economicamente, l’organizzazione di questi percorsi di crescita personale e collettiva.
Non ne avevo avuto occasione da studente, così ho deciso di cogliere l’occasione di vivere questa esperienza insieme ai 350 ragazzi dell’ultimo turno di viaggio. Un’esperienza unica e toccante, che non può lasciare indifferenti e che restituisce la netta sensazione di avere molte più domande al proprio rientro di quelle che si avevano alla propria partenza. E’ straordinario pensare che 1.000 ragazzi reggiani vi prendano parte ogni anno. La presenza fisica e la partecipazione in prima persona di istituzioni e amministrazioni locali è anche un segnale importante rivolto proprio a loro: studiamo, osserviamo, riflettiamo, confrontiamoci su cosa e perché è accaduto ma poi, soprattutto, chiediamoci insieme cosa cambiare nelle nostre vite e nei nostri comportamenti quotidiani per migliorare non soltanto noi stessi ma il futuro delle nostre comunità. Il futuro lo costruiamo insieme, partendo da qui.
I problemi più complessi riguardano da sempre le dinamiche sociali e culturali che regolano le società. Studiando ed approfondendo il passato ci si accorge di come i problemi attuali molto spesso abbiamo origini, analogie, comuni denominatori nei grandi accadimenti della Storia. Molti processi culturali, sociali e politici paiono addirittura ripetersi in forme più o meno differenti. Basti pensare ai fenomeni sempre più frequenti di intolleranza, razzismo, paura e colpevolizzazione del diverso, di sfogo contro chi si trova in posizioni di debolezza, passando per gli egoismi sfrenati che spesso impediscono di comprendere come l’interesse di un singolo individuo non sempre possa coincidere con l’interesse di un’intera comunità, fino ai nazionalismi che limitano fortemente la costruzione relazioni europee forti in una visione collettiva, collaborativa ed inclusiva. Per questo il Viaggio della Memoria è anche forte riflessione sul presente ed “un viaggio per il futuro”.
Giorgio Zanni, presidente della Provincia di Reggio Emilia
Sono stato per qualche giorno al “Viaggio della Memoria” insieme oltre 300 ragazze e ragazzi delle nostre scuole. Un “Viaggio nella coscienza” che almeno una volta nella vita ogni essere umano dovrebbe fare.
Quando entri per la prima volta nel campo di sterminio di Auschwitz/Birkenau sei sopraffatto da molti sentimenti. Furono sterminate un milione e mezzo di persone, soprattutto di religione ebraica. Ma anche cittadini dei territori occupati dai nazisti, oppositori politici e minoranze. Ho provato profondi e laceranti sensi di colpa per appartenere ad una specie, il genere umano, capace di commettere queste atrocità. Ho messo un fiore in quel lago dove le ceneri di centinaia di migliaia di bambini, donne, uomini, anziani furono sepolte. Ho messo un segnalibro indelebile nella mia coscienza per non dimenticare mai. Per impegnarmi ogni giorno, con le idee, il comportamento e le scelte quotidiane, a contrastare in ogni modo il riproporsi di quel virus che ha generato queste fabbriche della morte. Xenofobia, violenza, la mancanza di rispetto per la vita umana. Quando l’uomo ha sottovalutato si sono aperti quei terribili cancelli. Quando siamo stati indifferenti, siamo stati complici.
Ho detto a questi giovani europei di raccogliere il testimone dei loro nonni difendendo le conquiste di questi ultimi 70 anni. Libertà, democrazia, pace. Vanno difesi ogni giorno. Grazie a Istoreco per avermi coinvolto in questa esperienza unica. Grazie per quello che fate a salvaguardia della memoria storica collettiva.
“Coloro che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo” La visita ai campi di sterminio ti sconvolge la vita, ti cambia, ti segna, vedi con i tuoi occhi e tocchi con mano la strage che hanno vissuto bambini, donne e uomini prigionieri dei nazisti. Questo porta a vedere le cose in modo diverso, capisci che se piangi ebrei, rom e polacchi morti non devi discriminare gli ebrei, i rom e i polacchi vivi; ti rendi conto che nel 2019 si ripetono gli stessi errori del ‘900. TUTTI dovrebbero vivere quest’esperienza, conoscere ed essere consapevoli dello scempio accaduto. TUTTI devono combattere contro il razzismo o qualsiasi tipo di discriminazione. TUTTI devono volere la pace. NESSUNO deve permettere che qualcuno possa decidere della vita e della morte di un bambino innocente, di una donna e di un uomo la cui unica colpa è la provenienza.
Mi sono chiesto spesso come fosse Auschwitz, ma dopo averlo visitato faccio fatica a trovare parole per descriverlo. Quando si descrive un luogo si sfruttano immaginazione e similitudini, ma questi campi non assomigliano a nient’altro, sono impossibili da raccontare.
Marco Braglia e Federico Bianco, classe 4E, Liceo Moro
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